Varie, 7 marzo 2002
VACCARI
VACCARI Paolo Calvisano (Brescia) 15 gennaio 1971. Giocatore di rugby. In serie A ha esordito l’1 febbraio 1987: 15 stagioni con Calvisano, uno scudetto (1995) a Milano con il Milan. In nazionale 64 caps e 22 mete. Debuttò il 15 giugno 1991, Namibia-Italia 17-7 (la meta fu proprio sua). Ha giocato nei ruoli di centro, ala, estremo. Ai Mondiali 1999, prima della partita con gli All Blacks, si infortunò banalmente in albergo sbattendo su un comodino: è stato fuori a intermittenza per tre anni, rientrando a tempo pieno (dopo due operazioni allo scafoide e una al ginocchio) solo nell’autunno 2002. «Aveva i capelli che ad ogni finta gli scappavano via da tutte le parti, l’incoscienza di chi a 19 anni prende tutto come un luna park, la sicurezza di chi il talento se lo ritrova appiccicato addosso per scelta di madre natura: 15 giugno 1991, l’Italia ovale prepara sull’altopiano di Windhoek, Namibia bianca e rugbista, il suo secondo mondiale. A sorpresa ”Mitou” Fourcade spedisce in campo uno sconosciuto giovanotto di Calvisano, bassa bresciana, scavezzacollo ed esplosivo: inizia così, con tanto di meta, la sua avventura azzurra. Dodici anni, dalla bianca sabbia della Namibia al profumo dell’erba di Murrayfield, ultimo atto della carriera internazionale del primo giocatore italiano che è riuscito a stuzzicare l’interesse dei grandi club d’Oltremanica. […] ”Il mio rugby è sempre stato un rugby di paese, familiare, fatto di serate al bar, di profumo di salsicce al campo e di infinite chiacchierate: a parte i due anni che ho giocato al Milan per avvicinarmi all’università, non ho mai pensato di lasciare Calvisano. Quella è la squadra di mio padre, di mio fratello, dei loro amici […] La meta che mi è rimasta dentro? La quarta segnata a Grenoble, il giorno in cui battemmo per la prima volta la Francia: fu un’azione corale e io fui solo l’ultimo anello di un gioco di squadra perfetto. Quel momento lì lo avevamo progettato per anni”» (Valerio Vecchiarelli, ”Corriere della Sera” 31/3/2003).