Varie, 7 marzo 2002
VACCARONI
VACCARONI Dorina Venezia 24 settembre 1963. Ex campionessa di scherma (fioretto). Già a 17 anni, fenomeno senza precedenti, è diventata un personaggio di assoluto rango nell’élite schermistica mondiale. Ai Giochi olimpici del 1980 fu 6ª nel fioretto individuale, nell’84 ottenne il bronzo individuale e il 4˚ posto a squadre. A Seul ”88 e a Barcellona ”92 in successione ottenne l’argento e oro a squadre. Vanta 5 titoli mondiali, quattro a squadre e uno individuale nell’83. Individualmente ai Mondiali ha ottenuto anche un argento nell’82 un bronzo nell’81. Ha vinto un campionato d’Europa nel 1982 e tre Coppe del Mondo, nell ”81, 83 e ”84. Ai podi nelle rassegne maggiori si aggiungono anche due bronzi ai Giochi del Mediterraneo, nel ”79 e nell’83. Definita la principessa della scherma azzurra, è stata campionessa italiana nell’82 e nel ”89. Due vicende legate al doping hanno colorato in toni scuri alcuni anni della sua carriera: nel 1982 risultò positiva all’ antidoping dopo la gara di Coppa del Mondo a Goeppingen. Ancora positiva nel 1989, sempre nella stessa città tedesca. «Ho sempre sostenuto che la scherma è come la boxe: l’avversario è un nemico da uccidere. Lo spirito è questo» (’La Gazzetta dello Sport” 24/8/2003). «[...] Una che da ragazza ha infilzato il mondo, che ha trafitto le Olimpiadi, un oro, un argento, un bronzo, 4 Coppe del mondo. Una che ha vinto tutto, con carattere, prepotenza, vitalità. Ma sempre a modo suo. ”Ero l´unica nelle trasferte ad avere una camera singola. Io non avrei mai accettato di dormire come hanno fatto Vezzali e Trillini nella stessa stanza. Ma come: ti devo combattere e mi tocca prendere sonno con te? Dividere un´intimità? Mai. A bere insieme, dopo, sì. Nessun problema, ma dopo. A Los Angeles nell´84 andai da Mario Pescante a dirgli che me ne tornavo a casa se non mi davano una singola. Come: voi dirigenti negli alberghi di lusso e noi atleti, otto in una stanza? Volevano farmi mangiare la carne, perché serviva nelle dieta sportiva, figurarsi, sono vegetariana. E poi i ritiri, uffa, non li ho mai sopportati. Mi hanno fatto perfino analizzare da una psicologa per cercare di capire se ero tutta giusta”. Dorina, la ragazza terribile della scherma italiana, quella bella, viziata, capricciosa [...] ”[...] Forse per i miei tempi ero un personaggio troppo indipendente, l´Italia poi è maschilista, non è un paese che brilli per favorire le donne. Ama avere le campionesse, ma fa poco per stimolarle. In tv lo sport è quasi solo quello degli uomini, perché quello delle ragazze viene oscurato. [...] tutti i campioni dello sport sono malati. Di protagonismo, di fama, d´immortalità. E quando scendi dal podio cadi in depressione. Capita a tutti, finire nell´ombra non è piacevole, vedi Pantani. Bisogna spostare il confronto un po´ più in là, uno ci prova, ma le soddisfazioni non sono le stesse. Io sono andata avanti anche caricandomi dei debiti per la palestra, tutto serve per sentirsi vivi. Perché lo sport ti dà veramente un attimo d´infinito, ti accende il colore, come fai poi ad accontentarti del bianco e nero?” [...]» (Emanuela Audisio, ”la Repubblica” 3/3/2005).