Varie, 7 marzo 2002
VAN
VAN DAMME Jean Claude Bruxelles (Belgio) 18 ottobre 1960. Attore. «Muscoli lucidi e mascella quadrata. In pochi minuti di film era capace di stendere non uno, ma molti avversari, naturalmente senza farsi un graffio e senza tradire la benché minima emozione. Jean Claude Van Damme era così, un divo doc di film d’azione, impavido e imbattibile, sempre pronto per la sfida finale. Nelle interviste dei tempi d’oro amava raccontare la sua epopea di campione di karate sbarcato negli Stati Uniti senza un dollaro in tasca e arrivato al successo dopo aver fatto mille mestieri. I modelli da battere, all’epoca, erano Sylvester Stallone, Arnold Scharzenegger e Chuck Norris. La vita scorreva impetuosa tra donne (ne ha sposate quattro), motori (la grande passione per la Ferrari) e ferrei programmi di body-building. A un certo punto, però, qualcosa è andato storto, la parabola discendente è iniziata con storie di droga e di assegni a vuoto, poi sono arrivate un’accusa di violenza carnale e una separazione coniugale particolarmente tragica. Una valanga. Anche per un divo dalle spalle larghe come le sue. da qui che prende le mosse JCVD, la pellicola di Mabrouk El Mechri [...] che mette in scena l’implacabile declino dell’attore nato a Bruxelles nel ”61. [...] i suoi peccati, a iniziare dalla tossicodipendenza: ”Quando inizi ad avere tutto, a spostarti continuamente, passando da un albergo di lusso all’altro, quando dovunque ti fanno sentire una primadonna, a un certo punto desideri di più. A me è successo per colpa di una ragazza, sono stato agganciato, ci sono cascato, ma adesso è finita, ne sono fuori [...] Sono stato devastato mentalmente e fisicamente, lo so che è facile biasimarmi, di me hanno detto: ”Van Damme, la bestia, la tigre in gabbia’, ma io sono un ragazzo normale e non è colpa mia se mi hanno fatto diventare una star, la verità è che la cosa in cui ho creduto di più è sempre stata l’amore [...]”» (Fulvia Caprara, ”La Stampa” 10/10/2008).