Varie, 7 marzo 2002
VENTO
VENTO Flavia Roma 17 maggio 1977. Starlette. Diventata famosa come donna oggetto di Libero •«Riccioluta figlia di un ex imprenditore (oggi vive di rendita) e di un’olandese che si diletta di decorazioni floreali» (Pier Mario Fasanotti, ”Panorama” 23/3/2000). «Deliziosa soubrette [...] che lasciò un segno nella piccola storia della tv italiana per essere quella che ha passato un’intera trasmissione («Libero» di Teo Mammuccari) chiusa in un cubo di plexiglas, muta e con sorriso fisso. [...]» (Francesco Alberti, ”Corriere della Sera” 27/10/2004). «Ragazza deliziosa finché tace, è diventata in poche settimane la faccia più celebre del partito di Prodi e di Rutelli, la più ascoltata quando parla in nome della sua parte politica, la più invitata e vezzeggiata fosse solo per il fatto che fa subito schizzare gli ascolti. Come sia avvenuto che una ex soubrettina [...] sia diventata una testimonial della parte più giudiziosa del centro-sinistra, nessuno ancora lo ha capito. [...] Il fenomeno Vento sembra la giusta nemesi delle gran risate che il centro-sinistra si è fatto su Elisabetta Gardini portavoce di Forza Italia. E se l’ex attrice saputella ha regalato momenti di vero godimento agli avversari quando ha raccontato di una certa macchinetta metti-supposte usata dal ministro Tremonti, la dolce Flavia promette di non essere da meno. Finora conosce poca gente e si trattiene, ma il tipo è scoppiettante. Quando a settembre parla alla Festa della Margherita, presentata dal rutelliano Luciano Nobili, convinto che un bel faccino televisivo sia il mezzo migliore per riavvicinare i giovani al partito, il testo del suo discorso è subito un cult su Internet. Eccone uno stralcio: ”Dopo l’11 settembre io seguo veramente i telegiornali: ogni giorno mi vedo tigiuno, tigidue, tigiquattro e tigicinque, quindi... ecco... sicuramente mi piace molto la politica”. All’inevitabile brusio, risponde piccata: ”Scusate, se potete alzare il silenzio, perché non è carino che ridete così”. Ma poi conclude con un accorato attacco alla guerra: ”Credo che l’Italia è un popolo che crede nella Chiesa... la Bibbia dice che praticamente ”porgi l’altra guancia’, quindi assolutamente non credo nella vendetta e nell’odio”. Il manifesto pacifista non ha avuto successo. Anche se la fanciulla in sé è carina e tanto inconsapevole da risultare irresistibile. Fa volontariato nei canili (’Perché veramente gli animali sono i migliori amici degli uomini”), legge i classici (’Come dice Cechov, io sono un gabbiano”), viaggia volentieri (’Mi piace Capri, ma l’hanno costruita troppo in salita”). E se si lascia scappare che il semestre bianco è il periodo di vacanza dei parlamentari, ripara subito dicendo: ”Ma perché mi fischiate? Io sto ancora studiando. Chiedetemi la devolution o le primarie, che le sto ripassando”. Di fronte a questa creatura allo sbaraglio, è troppo facile prendersela con l’antipolitica, con l’imitazione coatta di Berlusconi, con il saccheggio di facce televisive nella speranza di afferrare quattro voti facili. Il fatto stesso che sia stato concepito e alimentato questo piccolo fenomeno mediatico sta a dirci che questa ormai è proprio la politica. Una corsa dietro all’Isola dei famosi, nel tentativo di fare come e meglio di quei finti naufraghi che se le danno l’un l’altro per apparire. [...]» (Stefania Rossini, ”L’Espresso” 4/11/2004). «Secondo la Margherita di rito rutelliano doveva essere il volto nuovo del partito. Poi è arrivato Romano Prodi, uno che oscilla tra Silvia Costa e Lilli Gruber, e Flavia Vento è sembrata, di colpo, fuori luogo. Sensazione peraltro già limpidamente colta dalle parlamentari della Margherita. Quando parlavano della Vento avevano sempre l’aria di pensare: ”Ma perché ci chiedete di questa? Che ci fa lei qui?”. Capita l’antifona, la vera bionda che in tv faceva la finta scema ha deciso il trasloco. Ad un mese dalle Regionali, s’è candidata dalle parti di Storace. Per la precisione, nelle file di un partito del buon tempo antico, i liberali. Voltagabbana? Ma no: ”Pure Dini e Mastella sono passati dall’altra parte. A 27 anni si può cambiare idea”. Preoccupata per il fatto che gli elettori della Cdl sembrano stanchi di facce tv e – dalla Zanicchi a Cecchi Paone, da Solvi Stubing a Clarissa Burt – , li hanno lasciati tutti a casa? ”Ma io sono giovane... carino che una giovane abbia voglia di impegnarsi. Come mai col partito liberale? Oh bella, che domanda: Perché mi sento liberale. un partito nato con Mazzini, con Cavour”. C’è stato pure Renato Altissimo, lo conosce? ”Ehmm, veramente no. Ma sa com’è, ho solo 27 anni”. Brandendo questi suoi 27 anni come se fossero sedici, un lasciapassare verso l’assoluta innocenza, un salvacondotto che smacchia ogni scemenza e annulla qualsiasi contraddizione, la graziosa Flavia Vento marcerà dunque al fianco di Storace, recandogli non si sa quale vantaggio. […] ”[…] A me le donne della Margherita m’hanno persino dato della cretina...”. Solare e già sperimentata sul fronte delle accoglienze femminili, Flavia Vento dice che sì, un poco teme l’accusa d’esser voltagabbana, ma d’altra parte, che poteva fare? ”La Margherita mi ha deluso. Loro non han voluto farmi da maestri, e allora ho deciso di cambiare”. […]» (Maria Latella, ”Corriere della Sera” 5/3/2005). Vedi anche: Lucia Castagna, ”Sette” n. 20/2000; Luisa Pronzato, ”Sette” n. 8/2002;