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 2002  marzo 07 Giovedì calendario

VENTURA

VENTURA Simona Bologna 1 aprile 1965. Conduttrice Tv, ha cominciato come giornalista sportiva a Galagoal e alla Domenica Sportiva, ma è stata lanciata dalla Gialappa’s Band come conduttirce del programma comico Mai dire Gol. Con le Iene ha ottenuto la consacrazione, dalla stagione 2001/2002 ha sostituito Fabio Fazio alla guida di Quelli che il calcio ecc. •«[…] Le riconoscono di avere la battuta pronta, di saper parlare di sport come un uomo, di sapersi scegliere la spalla adatta anche se si capisce che preferirebbe fare da sé. Le riconoscono di saper gestire come un uomo il bastone del comando, non guardando in faccia nessuno (e forse neanche se stessa), e di lavorare quanto un mulo e quanto solo Pippo Baudo sa fare (’ uno che butta il cuore oltre l’ostacolo”, ha detto lei), come lui pronta a cadere sul cadavere dei flop aziendali e a farsene carico. Le rimproverano di gestire un po’ troppo mussolinianamente quel bastone del comando. Le rimproverano la simpatia a doppia velocità, di gridare troppo e di esser troppo D&G, di risultare un po’ ”spessa” […]. Le rimproverano la superficialità e gli studi che s’intuiscono più orecchiati che praticati. Dai ”sì” e dai ”no” degli inevitabili referendum cui viene sottoposto chi vive sotto i riflettori, viene fuori a tutto tondo il ritratto di una ragazza che partendo da Chivasso e da Miss Muretto si è fatta, con orgoglio, tutta da sé. […] come le più giovani veline e aspiranti tali ha sposato un calciatore e per giunta bello; e se n’è addirittura poi stufata, ripiombando in un clima Anni Ottanta da fanatica del lavoro, da tv-yuppie pronta a sacrificarsi sempre, dando anche se necessario una pulita ai corridoi di Corso Sempione 27 in Milano, da dove la domenica pomeriggio va in onda la sua stella a luce fissa, Quelli che il calcio. Erede di Raffaella Carrà e di Pippo Baudo, figlia più attrezzata di Alba Parietti epoca storica sgabello, con la sua parlantina a mitraglia e il reggiseno a balconcino […]» (Marinella Venegoni, ”La Stampa” 27/3/2005). «[...] la superwoman della [...] Simona ”Gatorade” Ventura, l’antagonista di Maria ”Melassa” De Filippi. Colei che a colpi di ascolti ha riacceso le luci su Raidue; che con la conduzione dell’Isola dei famosi ha fatto sospendere la contemporanea serie Cuore contro cuore su Canale 5; che ottiene una paginata sul ”Corriere della Sera”, giornale fondato da Eugenio Torelli Viollier nel 1876, per spiegare all’Italia la sua separazione da Stefano Bettarini, difensore della Sampdoria. [...] La potente Fatima Ruffini, direttore programmi e sit-com di Rti [...] ne parla benissimo: ”La forza della Ventura è quella di essere molto spontanea e molto vera. Mette in scena tre caratteristiche solo sue: allegria, determinazione, irriverenza. E sul lavoro è una donna di ferro”. Le sue scelte televisive? ”Ottime. Il reality show fatto da lei ha acquisito un’impronta diversa. Ha successo perché è sempre avanti, fa tendenza. Nel look arriva un anno prima. Non ha paura di stupire, ma non è mai volgare. Oggi in tv per avere successo bisogna avere uno stile. Lei ce l’ha”. [...] Nella geopolitica televisiva [...] è una media potenza, come la Francia. [...] Sul mercato è nella fascia superiore, sotto il mattatore Paolo Bonolis, al livello di De Filippi, Fiorello, Gerry Scotti. E quanto costa alla Rai questo tesoro? Il quotidiano leghista ”La Padania” nell’aprile 2003 ha pubblicato per ripicca il contratto della signora per il biennio agosto 2001-luglio 2003: un minimo garantito annuo di 4 miliardi 330 milioni di lire (di cui 3,1 miliardi di contratto a lei come conduttrice e consulente, e 1,2 alla società Ventidue srl per i diritti d’immagine). Era la generosa Rai dell’Ulivo, Roberto Zaccaria e Carlo Freccero: e fu un affare, dissero, perché erano sì 8,6 miliardi in due anni, ma la Ventura ne aveva chiesti 12. Il periodo era particolare: il popolare Fabio Fazio aveva lasciato Quelli che il calcio per l’emergente La7. Freccero cercò un personaggio all’opposto: donna, energetica, competente di calcio, accoppiata alla spalla umoristica Gene Gnocchi. Costoso, ma azzeccato. Con il nuovo governo, e Antonio Marano in quota Lega a Raidue, il compenso della Ventura è stato ribassato, e Freccero emarginato [...] Se poi si chiede all’agente di lei, Lele Mora, quale sia l’attuale valore economico dell’assistita, la risposta suona esagerata: ”10 milioni di euro l’anno, tra tv e sponsor”. No comment sul resto. I contratti di telepromozione sono blindati. Quello che si vede negli spot è una Ventura in costumino rosso e blu che nei panni di Supersimo reclamizza le nuove Citroën intimando il vade retro al Carovita, un tizio verdastro. In trasmissione invece è una Ventura in total look Dolce&Gabbana. Bustini strizzati, reggiseno che affiora, spacchi audaci. Ultimamente una virata ”ladylike”, da signora, anche grazie alla nuova pettinatura che le dona molto. Con D&G, più che un contratto, c’è un accordo di ferro. La vestono in esclusiva, unica tra le star televisive: per ogni apparizione un vestito nuovo, accessori compresi: che sia in tailleurino ospite di Bruno Vespa a Porta a Porta o in abito-sottoveste per L’isola dei famosi. Ha fatto più lei, dicono i lookologi, per D&G che la migliore delle modelle. Ventura, poi, è una gioielleria ambulante. L’esclusiva è con Pasquale Bruni: la gigantesca, imitatissima croce con brillanti Ghirlanda, l’anello Icona e in occasione del Festival di Sanremo, per tener testa a Tony Renis, un anellone da schiaffo alle favelas, 924 brillanti e 14 carati. Per Roberto D’Agostino, l’uomo del celebre sito Dagospia, la Ventura incarna il nuovo linguaggio televisivo. Il post Pippo Baudo, la nuova Raffaella Carrà che lei dichiarò essere il suo mito. ”Centrale è il linguaggio del corpo”, dice Dago: ”Con quello frega chiunque: dalla ragazzina con l’ombelico in vista alla signora che vuol essere giovane per sempre. Rispetto alla tv di Milly Carlucci è già un altro mondo. La sua è una tv per catturare i consumatori, come vogliono i pubblicitari”. L’unico ostacolo per farne una eroina nazionale è ”il timbro della voce, che non è amato al Sud”, dice, ”a Caltanissetta è tedesco”. Questo lo osservano in molti: la dizione è nordista, e il timbro poco controllato (le scappano urli da lavandaia) è in opposizione semantica, direbbe il critico Aldo Grasso, alla valenza iconica della pettinatura neoborghese. Per come si è costruita la carriera, Simona Ventura può dar lezione al Bel-Ami di Maupassant. Dall’Isef (voleva diventare insegnante di ginnastica) a Miss Ragazza Ideale. Da valletta in Domani sposi alle cronache di calcio a Telemontecarlo. Dalla corte Rai di Pippo Baudo ai trionfi satirici di Mai dire gol, di Scherzi a parte, delle Iene, il programma cult di Italia 1 dove appariva incinta. Fino alla nuova frontiera del reality show, un mondo esplorato in minima parte e, secondo alcuni, la tv del futuro. Le ragazze la chiamano ”la Simo”, la imitano nei suoi vezzi, nelle mise, nei gesti, come la mossa col braccio avanti e il dito puntato. Eccessi che la rendono un’icona per i gay, ma anche per il popolino erotomane di Internet. Per Freccero funziona perché è una sadica dotata di autoironia. Per Alba Parietti, che la svezzò come inviata a Galagoal (Tmc), è ”molto desiderosa di emergere, sveglia, reattiva, adatta al lavoro di squadra”. Ma anche ”una carta assorbente”. Cioè? ”Ha fatto proprie tutte le esperienze della sua carriera: il calcio, la Gialappa’s, Teocoli”. [...] ama il motto: ”Chi è tranquillo è perduto”. A Milano ti aspetteresti che abitasse stile Ronaldo, attico blindato a San Siro con polizia privata. Invece risiede nel perbenista corso di Porta Vittoria, la via degli avvocati e del Palazzo di giustizia. Politicamente si dice ”qualunquista” o ”equidistante”: dei Berlusconi ammira sia Silvio sia Veronica. Il suo partito, in realtà, è il suo agente Lele Mora, uomo chiacchierato, ma mediatore nato, capace di far incontrare la bella spagnola Natalia Estrada con Paolo Berlusconi, chiacchierato anche lui, ma pur sempre fratello di un capo di governo» (Enrico Arosio, Antonella Fiori, ”L’Espresso” 11/11/2004). «Sono un frullatore con un grande senso del dovere. Una pila Duracell che quando si scarica chiude la porta della stanza da letto e si mette a dormire, per un intero pomeriggio. Sono autoritaria, maschile. Sono collaborativa, ma non vado d’accordo con gli arroganti, divento cattiva. La dote più grande per fare della bella tv è l’umiltà. In giro se ne trova poca. Telefono spesso a Pippo Baudo per avere consigli. è un maestro. Per me è l’Obi Wan Kenobi della televisione […] Quando ho compiuto 30 anni mi sono messa a piangere, una tristezza. La mia carriera, la mia vita, erano tutte da definire. Mi ricordo quella terribile estate del 1994 da disoccupata, giornalista sportiva senza posto. Mamma mia com’ero angosciata. Mi arrivò una telefonata da Mediaset per un provino di telepromozioni. Accettai, avrei accettato tutto. Poi però ci fu la Gialappa’s. Aspetto i cinquant’anni per diventare direttora di rete […] Ho fatto la valletta e non mi sono mica pentita. Quando ho cominciato se mi avessero chiamata a fare la velina ne sarei stata felicissima. Però non avevo abbastanza tette. Allora le fanciulle di Antonio Ricci dovevano essere poppute, ben carrozzate» (Alessandra Rota, ”la Repubblica” 20/8/2002). «Sono grata ai miei genitori [...] Quando ero ragazzina mi sembrava un’educazione un po’ troppo severa. Perché. per esempio, fino a dicott’anni la sera non potevo uscire. E io già a sedici anni mi sentivo una ribelle, erano i tempi della musica metallara, mi truccavo di viola [...] Raffaella Carrà. Ai miei occhi era l’unica soubrette completa. Ma in casa nostra in televisione si guardava soprattutto calcio e mio padre, che è stato arbitro, mi portava alle partite. Sognavo anche di presentare la Domenica sportiva [...] Dopo il liceo scientifico mi sono iscritta all’Isef [...] un mio amico [...] ha cominciato a farmi fare delle interviste ai calciatori per trasmissioni in onda su alcune tv private di Torino [...] Poi nel 1988 ho avuto un’occasione importante. A Miss Italia avevano eletto Mirka Viola. Ma si scoprì che era sposata, e le fu tolto il titolo, Per mandare un’italiana a Miss Universo organizzarono un altro concorso. Lo vinsi e mi spedirono allora alla finale a Taiwan [...] Da Taiwan ho realizzato un reportage su quella mia esperienza e al ritorno mi hanno scelto per Domai Sposi, un quiz Rai, presentato da Giancarlo Magalli [...] Dopo [...] sono entrata nella redazione sportiva di Gbr, un’emittente romana dove ho lavorato per un anno [...] Nel ”90 mi chiamano a Telemontecarlo per i mondiali di calcio in Italia. Pensavo di rimanerci tre mesi e invece ci sono rimasta tre anni facendo cose meravigliose, dalle Olimpiadi di Barcellona agli Europei ”92 in Svezia. Poi per una Domenica in di Pippo Baudo ho fatto i collegamenti esterni [...] E un giorno mi telefona Tito Stagno, allora capo dello Sport alla Rai. Credevo fosse uno scherzo e gli ho sbattuto giù il telefono [...] Così ho fatto la Domenica Sportiva nelle edizioni 1992/1993 e 1993/1994, con Sandro Ciotti e Bruno Pizzul [...] Mi fecero fuori. Adesso posso dire che è stata anche la mia fortuna. Allora ci rimasi male [...]» (Giorgio Lazzarini, ”Chi” 28/3/2001). «LA famiglia era ancora unita […] ai tempi del Festival di Sanremo. Sera prima che cominciasse la rassegna, tutti privatissimamente riuniti al ristorante, Ventura, Bettarini, figli, genitori di lei, un paio di baby sitter. Il marito è molto compito, tutti sono compiti, i bambini non alzano mai la voce. Lei indossa la tuta, continua a parlare al telefono, appare molto magra […], ha il volto terreo, tirato. La maschera della sofferenza. Bisognerebbe vederli così, i personaggi della televisione. A un certo punto, saranno state le dieci, si alza, bacia i bambini che sempre composti la salutano, i nonni la giustificano: ”La mamma deve andare a lavorare”. In quel momento, in quel dietro le quinte davvero molto dietro, affatto casuale, si intuiscono i problemi, la solitudine, l’infelicità nascoste sotto l’apparenza dorata di certe esistenze. Ventura mostra a tutti il suo aspetto ducesco, determinato, grintoso, ipercinetico; non molla mai, nemmeno durante le gravidanze: ha continuato a presentare le Iene con un gran pancione che non stava più dietro la scrivania, dopo un mese era di nuovo lì. Determinazione, tigna, volontà indomita di ”portare a casa il programma”, che ci sia lo sciopero dei discografici o una separazione in corso. Ognuno sceglie la sua vita, ci mancherebbe, ed è meglio piangere in Rolls Royce che non sulla 500, però la posizione di Ventura appare sempre più irta di difficoltà. Ha dimostrato di essere una donna che lavora come un uomo (segno zodiacale, Ariete) senza rinunciare alla femminilità, si occupa di calcio e ha sposato un calciatore lanciando la tendenza (Marilyn Monroe sposava campioni e intellettuali, però) è diventata mosca cocchiera del video, ha sempre ammesso di non saper far niente, né ballare né cantare né recitare, e su tale niente ha costruito il suo personaggio, vitale e con le palle. Ci va talento anche in questo. […]» (Alessandra Comazzi, ”La Stampa” 27/3/2005). Vedi anche: Lucia Castagna, ”Sette” n. 22/1996; Antonio Orlando, ”Sette” n. 18/1999; Angelo Aquaro, ”Sette” n. 48/1999; Claudio Sabelli Fioretti, ”Sette” n. 37/2000;