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 2002  marzo 07 Giovedì calendario

VERSACE

VERSACE Donatella Reggio Calabria 2 maggio 1955. Stilista • «Capelli biondi e lunghi, aria da eterna giovinetta [...] L’impero Versace, [...] è stato fondato nel 1978 da Gianni con il fratello Santo che si è sempre occupato del business. [...] Quando Gianni è stato ucciso il 15 luglio del 1997, a Miami davanti alla sua villa, da un fanatico, Donatella era a Roma per una sfilata a piazza di Spagna. Dal punto di vista creativo, è sempre stata Donatella il braccio destro dello stilista, a lei Gianni aveva affidato la linea Versus. Lei lo ha incoraggiato, lei lo ha portato verso decisioni anticonformiste. Lei, amante della musica, ha creato liaison con cantanti come Sting, Madonna, Elton John» (Paola Pisa, ”Il Messaggero” 29/7/2004). «[...] I capelli [...] chiarissimi, di quel color platino che una volta le valse il soprannome di ”Blondie”. [...] indossa t-shirt e pantaloni rigorosamente neri e attillati. [...] quel martedì di luglio del 1997 quando lo stilista preferito della principessa Diana e di Elton John venne assassinato davanti alla sua villa di Miami Beach. E Donatella, che fino ad allora era stata più che altro la sua eccentrica musa, divenne direttore creativo. Di quel gruppo, allora all’apice del successo, la cui maggioranza andava per testamento alla figlia Allegra, allora appena undicenne. Poche settimane dopo la morte di Gianni, la stampa internazionale cominciò a mettere Donatella sotto esame. Per vedere se quella giovane donna, famosa fino ad allora più per la vita stravagante e le amicizie con star e cantanti di tutto il mondo, sarebbe stata in grado di reggere il paragone con il grande couturier. Il 9 ottobre Versace era di nuovo in passerella: ma il tocco magico di Gianni che, moderno re Mida, tramutava in oro tutto ciò che toccava, sembrava svanito. Il resto è cronaca: gli anni che seguono rappresentano il periodo più buio nella storia di quella casa di moda nata nel 1978. Le creazioni firmate Donatella non convincono. La stilista sprofonda in un tunnel di sregolatezza e depressione. I conti virano verso il rosso. Mentre i concorrenti di Versace mietono successi, negli ambienti finanziari si vocifera che il gruppo sia sull’orlo del crack. Fino a [...] quando Allegra, divenuta maggiorenne, ha ereditato il cinquanta per cento del gruppo Versace. In azienda è arrivato un nuovo amministratore delegato con pieni poteri, Giancarlo Di Risio, accompagnato da un finanziamento di Banca Intesa per 120 milioni di euro. Un cambio della guardia epocale per un’azienda da sempre a conduzione famigliare. [...] ”Quando mio fratello è morto mi sembrava che nulla avesse più senso. Di quel periodo ricordo soprattutto la paura che mi attanagliava. stato durissimo. Mi svegliavo ogni mattina, mi guardavo allo specchio e pensavo: non ce la farò mai. Nella nostra famiglia il personaggio era sempre stato Gianni. Imparare ad andare avanti senza di lui non è stato semplice”. Eppure lei si occupava già da diverso tempo della linea Versus. ”Sì, ma lavorare seguendo mio fratello era molto diverso. Lui aveva un’energia incredibile, era un vulcano. Era capace di alzarsi la mattina e di decidere che si doveva studiare una linea casa. Nel giro di una settimana nasceva la nuova collezione. Aveva una capacità straordinaria di creare, in tutti i sensi, e il suo entusiasmo finiva per coinvolgere chiunque lavorasse per lui. Le sarte cucivano fino a notte, i suoi assistenti non avevano orari, ma nessuno si lamentava mai. Il mio errore, dopo la sua scomparsa, è stato quello di pensare di poter fare molte cose che, in realtà, non appartengono alla mia sfera. Però quelli erano anche altri tempi. Oggi anche Gianni sarebbe diverso, si comporterebbe in un altro modo [...] Gli anni Novanta sono stati il periodo d’oro del prêt-à-porter italiano. Oggi le cose sono molto cambiate. Per vendere devi avere una strategia di mercato precisa. Devi conoscere le regole. Io faccio la stilista, ma mi sono resa conto che ero arrivata a un punto nel quale avevo bisogno di qualcuno che seguisse la parte finanziaria [...] stato un passo assolutamente naturale. Ci siamo resi conto che era ora di cambiare: se Gianni fosse stato qui avrebbe fatto la stessa cosa. Giancarlo, poi, lo conoscevo da anni, da quando avevamo lavorato insieme alla Versace jeans. E da molto tempo accarezzavo l’idea di coinvolgerlo nella gestione. Lui però era sotto contratto con Fendi e il discorso non era mai andato avanti [...] In questi anni ho sempre cercato di fare in modo che il rapporto tra me e Allegra rimanesse quello normale tra una madre e una figlia, lasciando gli affari lontano dalle nostre vite personali. Lei ha un suo team di manager che la aiutano nelle decisioni importanti, tra di noi parliamo soprattutto di quello che concerne la nostra vita privata. Una cosa però la vorrei dire: l’arrivo di Di Risio non è stata un’imposizione traumatica. Anzi, mi ha aiutato ad ampliare la mia visione delle cose [...] Rispettare un budget non è mai stato il mio forte. Nei nostri conti c’erano molti sprechi e Giancarlo li ha razionalizzati. Abbiamo diminuito il numero delle sfilate togliendo la linea Versus dal calendario, e dato in licenza diversi prodotti per concentrarci sul nostro core business [...] Di Risio mi lascia ampia libertà di spazio. Ci vediamo tutti i giorni. Ci confrontiamo. Parliamo. Lui è un caso atipico di manager che capisce di moda quanto di numeri. Ama il nostro mestiere e non mi pone restrizioni. Di nessun tipo. E questo è impagabile [...] Il modo di vivere, di pensare oggi è cambiato e noi stilisti dobbiamo adeguarci. Le donne moderne ci chiedono un abbigliamento più pratico, più capi da indossare durante il giorno, per lavorare che non abiti da gran sera. Paillettes e chiffon fanno scena in passerella ma il 90 per cento del nostro business è rappresentato da pantaloni e tailleur. Poi ci sono gli accessori: una volta ne producevamo pochi. [...] I vestiti che disegno oggi sono molto più sobri. La vita privata è un’altra cosa e io continuo ad amare il rock e i concerti. Rispetto al passato ho più energia. Perché rinascere ti dà la carica”» (Jacaranda Caracciolo Falck, ”L’espresso” 27/10/2005).