Varie, 7 marzo 2002
VILLORESI
VILLORESI Pamela Prato 1 gennaio 1957. Attrice • «Ancora ragazzina entra nella filodrammatica del Teatro Metastasio di Prato per poi cominciare a fare le prime esperienze da professionista, sempre nella sua città: nel gruppo Teatro Insieme (1972) e al Teatro Studio (1975). Inizia così una intensa carriera teatrale che la porta a lavorare con M. Missiroli, G. Mauri ( La dodicesima notte ) e G. Cobelli ( Prove per una messa in scena della figlia di Iorio, 1973 e La Venexiana , 1977). Nel 1975 Strehler la chiama per Il campiello, primo di una lunga serie di spettacoli al Piccolo Teatro (Clarice nell’ Arlecchino servitore di due padroni , edizione del 1977; Temporale , 1978 ; Minna von Barnheim , 1982; la ripresa delle Baruffe chiozzotte , 1992; L’isola degli schiavi e Le utopie di Marivaux , 1994). A soli ventuno anni viene premiata a Saint Vincent per la sua interpretazione cinematografica nel Gabbiano di M. Bellocchio (1977). Nel 1980 interpreta una intellettuale Lulù di F. Wedekind con la regia di M. Missiroli, lavora poi con A. Innocenti come protagonista di una importante versione di La fiaccola sotto il moggio (1987, regia di P. Maccarinelli) e interpreta una discussa Desdemona nell’Otello di V. Gassman. Grande successo riscuote come protagonista femminile, al fianco di N. Manfredi, in Gente di facili costumi. Una crisi la porta ad abbandonare Les liaisons dangereous dell’Eliseo, e non riesce a imporre la sua Ninni dallo Scialo di V. Pratolini. anche la Santa Teresa riscritta da M. Vargas Llosa. Nel 1986 entusiasma i critici a Gibellina per la sua interpretazione della Didone di Marlowe, regia di Cherif, in cui recita anche in arabo. Nel 1992, oltre all’intepretazione di Crimini del cuore, è anche stata direttrice artistica del Festival delle Ville Tuscolane. Si cimenta anche nella regia di Taibele e il suo demone da I. B. Singer e E. Friedman senza lasciare un segno tangibile» (Dizionario dello Spettacolo del ”900, a cura di Felice Cappa e Piero Gelli, Baldini&Castoldi 1998) • Studiò ragioneria insieme a Roberto Benigni: «Un giorno mi passò a prendere a casa e disse a mio padre: ”Su Villoro, mandaci giù la maiala della tu’ figliola, che le si fa qualche servizino”. Io pensai che il mio babbo avrebbe chiamato la polizia e invece si mise a ridere a crepapelle» • «[...] A 15 anni ha lasciato Prato e a 18 era già con Strehler. ”Non ho mai aspettato la manna dal cielo, ho fatto cento spettacoli, imparato cinque lingue, faccio formazione. Mi chiamano la donna bionica. [...] Massimo Fini la chiamava ”la suorina di sinistra”. Altri ”la cattocomunista”, per via di una forte propensione alla spiritualità, congiunta a un certo afflato di sinistra [...] ”Vado a messa, leggo il lezionario meditato, ho fatto meditazione buddista, sono andata a lezione di torah e dimidrash, pratico yoga e leggo i maestri sufi. Sono [...] andata in India e ho visitato un ashram. [...]”» (Alessandro Trocino, ”Corriere della Sera” 3/3/2010) • Consigliere a Prato con i Ds, poi sostenitrice del Partito Democratico, nel 2007 arrivò a digiunare («non troppo a lungo, non vorrei svenire sulla scena») affinché fossero messi da parte «egotismi, personalismi e sfumature»: «[...] ”Fassino e Rutelli ci hanno giurato che il 50 per cento dei fondatori del Pd saranno donne. Straordinario, una cosa mai successa prima. Vogliamo perdercela? E del resto quale sarebbe l’alternativa al Pd? L’indecenza morale a destra e il solito frazionismo cavilloso dei gruppuscoli a sinistra”. Il governo Prodi, dice, ”non sta facendo male, anche se avrei preferito i matrimoni gay all’ipocrisia dei Dico. E sull’Afghanistan, beh, la democrazia non si esporta: figuriamoci quella imperfetta degli Usa, o la nostra. Hanno già sbattuto fuori i russi, gli afghani, sbatteranno fuori anche noi”. Ma ”qualche compromesso” è necessario. E il Pd è una ”grande speranza”. Allora via al digiuno, ai tre cappuccini al giorno: ”Io sono anche un po’ cicciona. Male che vada avrò perso qualche chilo. E quest’estate sarò una bellissima democratica in costume da bagno» (Al. T., ”Corriere della Sera” 19/4/2007) • Nel 2009 candidata alle Regionali del Lazio in una lista civica a sostegno di Renata Polverini: «[...] . Da Walter Veltroni a Renata Polverini. Dal digiuno di protesta a favore del Pd a una lista civica alleata a destra. [...] ”Tra tanti incoraggiamenti devo reggere l’urto di qualche disappunto. Qualcuno che si sente tradito. Mi sono arrivati un paio di messaggini con parole sferzanti. Ma è il modo che mi amareggia” [...]. Perché ha scelto la Polverini? ”La stimo. L’ho conosciuta nelle lotte per la difesa dei lavoratori. una donna determinata, solare. Poi mi piace la sua storia: era una ragazza povera, mi ha raccontato che le sarebbe piaciuto suonare il pianoforte e fare danza. Anch’io ho fatto molto da sola, da battitrice libera [...] Alla sinistra rimprovero la litigiosità: ci spacchiamo sempre in mille pezzetti” [...]» (Alessandro Trocino, ”Corriere della Sera” 3/3/2010).