Varie, 7 marzo 2002
VITO
VITO Elio Napoli 12 novembre 1960. Politico. Eletto alla Camera nel 1992, 1994, 1996, 2001, 2006, 2008 (Lista Pannella, Forza Italia, Pdl). Figlio di un negoziante di ferramenta di Fuorigrotta. Laureato in sociologia con una tesi sulle diverse letture che i mass media possono dare allo stesso risultato elettorale usando verbi, parole o tabelle differenti • «[...] detto ”murena” perché non è un pesce grosso ma se addenta la preda la molla solo ammazzato. [...] uno che a sedici anni, nel 1976, era iscritto al Partito radicale e sgobbava come a Napoli pochi se n’erano visti. A venticinque anni era nel consiglio federale dei radicali con Francesco Rutelli, di cui oggi è fierissimo nemico. A trentadue era deputato in quello che sarebbe passato alla storia come il Parlamento degli inquisiti. E forse per dare ragione a Marco Pannella, il quale sostiene che la sua è un’università della politica, ma poi gli studenti si impiegano altrove, nel 1994 era già in Forza Italia, dove si è distinto per fedeltà fra rivali indubbiamente del ramo, tanto da conquistarsi il soprannome di ”Elio Vitreo”. Insomma, appassionato e iperattivo, oltre che espertissimo in cavillosità dei commi, può vantare decine e decine di iniziative fondamentali nella vita d’aula, e assolutamente incomprensibili fuori, come, per esempio, ”in materia di abolizione del collegamento tra candidature nei collegi uninominali”. [...]» (Mattia Feltri, ”La Stampa” 2/3/2006) • Sul debutto in politica con Pannella: «Fu nel momento in cui Napoli sembrò centrale nella vita nazionale e in consiglio comunale c’erano i Chiaromonte e gli Scotti e un sacco di leader, tra cui appunto Marco. Arrivava alla stazione in treno, l’andavo a prendere, lo ficcavo enorme com’è dentro la 500 e lo portavo in comune facendogli lungo la strada il riassunto delle cose in ballo”. Maniaco dei codicilli regolamentari: ”Devi conoscere alla perfezione le procedure sennò ti fottono. Ma non ha alcun senso attaccarcisi se non hai dei contenuti seri da portare avanti”. Massimiliano Lussana dice che studiosi del livello di Paolo Armarolo lo trattano ”con la deferenze che i costituzionalisti riservano alle note a margine, spesso ritenute più importanti del testo stesso». «Le carogne lo chiamano ”Elio Vitreo” per lo sguardo sfuocato che viene dalle lenti a contatto che s’illuminano solo quando Egli appare, non è infatti solo il più fedele degli apostoli del Cavaliere. la dedizione che si è fatta carne» (Gian Antonio Stella, ”Corriere della Sera” 25/4/2001) • «[...] il berlusconiano che viene usato come strumento di rottura. Ognuno immagini di che cosa. la Vanna Marchi di Forza Italia: lo mandano a urlare in tutti i confronti televisivi. Si comporta, dal tono della voce, come se se fosse per la eliminazione fisica del contraddittore. Non discute, sovrasta. Lo adoperano come se fosse una specie di macchietta: dove va lui, è il caos. O la rissa. Ha cominciato la carriera politica, nientemeno, col Coordinamento radicale antiproibizionista. [...] Finché. folgorato sulla via di Arcore, dal Partito radicale transnazionale, che è un bell’impegno, passa a Forza Italua, che ha una visione più nazionalistica, ma con prospettive di avanzamento più sicure. napoletano e dovrebbe ascoltare di più gli umori della zona, dove si fa un intelligente uso dell’ironia [...] riesce difficile capire come si possa emigrare da Pannella al Cavaliere, da un sostenitore dei digiuni a uno che può portare in tavola 27 mila miliardi [...] Da Gandhi a Tajani: che itinerario. [...] stato eletto nella circoscrizione Sicilia 2, con 43.505 voti. Se lo meritano» (Enzo Biagi, ”Sette” n. 20/2001).