Varie, 7 marzo 2002
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Voight Jon
• Yonkers (Stati Uniti) 29 dicembre 1938. Attore • «[...] padre di Angelina Jolie, interprete di film come Un uomo da marciapiede, Tornando a casa (per cui ha vinto un Oscar), A trenta secondi dalla fine e Un tranquillo weekend di paura [...]» (“La Stampa” 11/8/2005) • «[...] Indimenticato “marchettaro” accanto a Dustin Hoffman in Un uomo da marciapiede di Schlesinger, premiato a Cannes e a Hollywood con l’Oscar come il suo soldato tornato invalido dal Vietnam in Coming home, di nuovo candidato all’Oscar come non protagonista per Alì il film su Cassius Clay [...] nato in teatro in quella magica stagione che furono gli Anni Sessanta [...] “Ho la faccia slava [...] perché un mio nonno era tedesco e un altro slovacco. Sono cattolico e ho frequentato scuole cattoliche. [...]”» (Simonetta Robiony, “La Stampa” 23/10/2005) • «[...] Oggi è percepito dalle nuove generazioni soprattutto come papà di Angelina Jolie, ma è uno dei grandi di Hollywood, e dei più inossidabili. Antico bello a tutto schermo, quasi un Brad Pitt degli anni Sessanta-Settanta, da Un uomo da marciapiede a Un tranquillo week-end di paura, è, nelle successive stagioni, un caratterista perfezionista, dal Franklin D. Roosevelt di Pearl Harbour al Wojtyla della fiction Rai [...] ripetute nomination agli Oscar - oltre che per Un uomo da marciapiede, per A trenta secondi dalla fine di Andrei Konchalovsky, Alì di Michael Mann (dov’era il giornalista sportivo) e Tornando a casa di Hal Ashby, sua prima e per ora unica statuetta, dovuta al ritratto perfetto di reduce dal Vietnam paralizzato alle gambe [...] Un solo dispiacere nella meravigliosa collezione di ruoli e registi del suo cinema: Qualcuno volò sul nido del cuculo. “Avevo tempestato di telefonate il produttore Michael Douglas e il regista Milos Forman. Per il ruolo di protagonista era stato in corsa anche il papà di Michael, Kirk Douglas. Non ce l’ho fatta, nonostante il mio assedio ostinato. Il film non è male. E devo dire che nessuno meglio di Jack Nicholson avrebbe potuto interpretarlo”. [...] Riconosce gli alti e bassi, se non le montagne russe, d’una carriera comunque invidiabile. Tra le cadute ingloriose, indica, ma con autoindulgenza (“vi ho preso parte perché ne era protagonista mia figlia, nel ruolo di Lara Croft”), Tomb Raider: “Ero Lord Croft, uno dei ruoli più scemi che mi siano mai capitati. E il film è quel che prima tacciavo di pop-corn. Anch’io ci sono cascato. Ma per debolezza paterna”. Sulle altre fragilità padre-figlia, che l’han visto al centro d’una mini-soap-opera domestica, anch’essa pop-corn, preferirebbe glissare. Riassunto delle due puntate precedenti: Angelina detesta il padre per le ripetute scappatelle fatte subire alla madre adorata, l’attrice-produttrice francese Marcheline Bertrand, e il padre peggiora la situazione dichiarando in tv, anni fa, che la figlia è psicolabile, un po’ per causa sua. [...] “Le donne sono state la calamita della mia vita. Ho avuto due mogli (la prima, Laurie Peters, l’ho conosciuta nel 1961 a Broadway sulle scene del musical The Sound of Music) e innumerevoli amori. Curioso: nel cinema mi ricordate per Un uomo da marciapiede, dove sono un prostituto, ma nella vita sono un devoto esclusivo della donna. È un peccato ereditario: lo devo a mio padre cèko-americano, campione di golf, fisico atletico e sguardo leale, che del cinema faceva polpette, non perdendo mai l’occasione di parodiare qualche scena epocale. Da lui mi viene una certa inclinazione all’istrionismo, al divertissement, anche tra le lenzuola: all’Università Cattolica di Washington, dov’ero stato spedito per ricevere un´educazione esemplare, il migliore apprendistato è stato nel dormitorio delle ragazze, dov’ero di stanza ogni notte”. [...]» (Mario Serenellini, “la Repubblica” 20/1/2008).