Varie, 7 marzo 2002
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Willis Bruce
• Idak-Oberstein (Germania) 19 marzo 1955. Attore • «[...] un eroe del cinema d’azione [...] Nato in Germania, cresciuto nel New Jersey, afflitto fin da piccolo da un problema di balbuzie e spinto dal padre, operaio saldatore, a trovare presto la strada della sua indipendenza, Bruce Willis è stato un autista di camion, barista e mille altre cose prima di scoprire che nella vita voleva fare l’attore. Gli inizi, fino al debutto teatrale, nel 1984, in Fool for love di Sam Shepard, sono stati avventurosi: appartamenti divisi con aspiranti attrici come Linda Fiorentino, salti mortali per riuscire a mettere insieme il pranzo con la cena e poi, all’arrivo dei primi dollari, feste, risse, eccessi. Ma Bruce, in fondo, è un ragazzo con la testa sulle spalle e quando, dopo il successo nella serie televisiva Moonlighting, arriva la grande svolta, il ruolo da protagonista nel primo capitolo della saga Die hard, lui sa bene che cosa fare: tra le due profonde rughe che gli incorniciano la bocca piazza un sorrisetto scontento che diventa marchio di fascino inconfondibile; sui muscoli del torace ben allenato mette sempre la stessa striminzita canottiera, unico indumento in grado di resistere indenne a inseguimenti d’ogni tipo, aggressioni, esplosioni. E poi poche parole, molti fatti, qualche battuta tagliente. Il poliziotto McClane è fatto così, i suoi fan lo amano per questo, le sue avventure incassano soldi a palate e Bruce h deciso che è venuto il momento di mettere su famiglia. Con Demi Moore, ex ragazza terribile dall’aria perennemente imbronciata, un matrimonio alle spalle, molti soldi guadagnati con il personaggio del celebre Ghost, Bruce costruisce un ménage che è anche un’azienda e un fenomeno mediatico: si dice che in un anno di lavoro i due riuscissero a portare a casa 100 miliardi di lire. Per guadagnarla è stato necessario fare di tutto: film belli e bruttissimi, apparizioni mano nella mano nei luoghi più diversi del nondo, sfilze di inaugurazioni nei ristoranti della catena Planet Hollywood messa in piedi con Stallone e Schwarzenegger. E poi bisogna anche trovare il tempo per la famiglia, per la prole, Rumer Glenn [...] Scout Laurie [...] e Tallulah Belle [...] Una gran fatica per Bruce che, appena può, zucchetto sulla testa, si rifugia nella sua passione per la musica. Intanto il dorato matrimonio della coppia più invidiataa di Hollywood si avvia a franare in un divorzio rilanciato dai notiziari televisivi di tutto il mondo: nelle mille immagini pubbliche di Bruce e Demi, lei rapata a zero, lui biondo platino, lei con i fermagli da bimba sulla testa, lui con lo smoking che gli scoppia sui bicipiti, i cronisti si sforzano di leggere segnali di crisi, retroterra di infelicità, ombre di possibili tradimenti [...] Le prime occasioni importanti per dimostrare di poter essere un altro sono arrivate con Pulp fiction di Quentin Tarantino, con L’esercito delle dodici scimmie di Terry Gilliam, con Il quinto elemento di Luc Besson (in precedenza era stato il solo a salvarsi dal disastro del Falò delle vanità di Brian De Palma, l’unico fiasco del magnifico Tom Hanks, ma il film era andato troppo male perché Bruce potesse sfruttare le ottime critiche alla sua interpretazione). Da allora non smette di cercare percorsi alternativi: se l’ex consorte Demi si mette alla prova nella parta di una scatenata soldatessa (il risultato è il controverso Soldato Jane), lui non si tira indietro quando, nel remake del Giorno dello sciacallo, gli capita di dover baciare un uomo sulla bocca [...]» (Fulvia Caprara, ”Specchio” 8/8/1998) • «[...] Più bello e assai meno macho che sullo schermo [...] da Sesto senso in poi, è cambiato nelle sue scelte di attore, non cerca più soltanto eroi che salvano il mondo. ”Il mondo ha sempre bisogno di eroi e a me piacciono personaggi che affrontano sfide e grandi pericoli, sono i poliziotti e i pompieri che si mettono tra noi e il pericolo o il crimine, sono loro gli eroi del nostro tempo. Ne ho fatti tanti, ho sempre saputo che, superati i 40 anni, mi avrebbero offerto storie più complesse, personaggi dalla psicologia più profonda che prima non avrei avuto la maturità sufficiente per interpretare. Il tempo e la responsabilità di tre figlie mi hanno aiutato a maturare. vero che dopo Sesto senso ho ricevuto tante lettere di gente che confessava di aver vissuto le stesse esperienze del film. Penso che non ci sia niente di male se qualcuno crede, o vuole credere, in qualcosa dopo la morte”. [...]» (Maria Pia Fusco, ”la Repubblica” 11/2/2005) • «’Sono sempre stato attratto dalle storie in cui persone qualunque affrontano situazioni travolgenti e raggiungono il loro obiettivo” [...] nato da una famiglia operaia [...]» (Tom Dunkel, ”Sette” n. 39/1998) • «[...] interpreta spesso poliziotti e detective. ”Ho una grandissima ammirazione per chiunque renda servizio alla società avendo in cambio gratificazioni minime e compensi ridicoli. Mi riferisco ovviamente anche ai professori, alle infermiere e ai medici di pronto soccorso. Nel caso dei poliziotti si tratta di persone che ricevono uno stipendio di quarantamila dollari per trovarsi costantemente a contatto con realtà terribili e violente” [...] Ritiene che il cinema possa avere una funzione etica? ”Certamente, ma non deve mai perdere la dimensione di intrattenimento. Se l’intenzione è semplicemente quella di inviare un messaggio, il genere da usare è il documentario”. [...] interpreta costantemente film di puro intrattenimento. ”Credo che rappresentino il cuore dell’industria, e sono quindi da rispettare. anche grazie a questi film che ho potuto lavorare con Tarantino, Gilliam, Benton e altri registi che ammiro” [...] è uno dei pochi divi hollywoodiani a dichiararsi orgogliosamente repubblicano. ”Non ho mai nascosto le mie idee, ma sono sempre più disgustato dalla politica. Ho creduto e credo nella solidarietà, ma vedo quanto sia difficile, se non impossibile, influire sulle scelte di coloro che votiamo per rappresentarci. E vedo lo strapotere delle lobby sulla politica guidata esclusivamente dagli interessi di pochi [...]”» (Antonio Monda, ”la Repubblica” 28/2/2006).