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 2002  marzo 07 Giovedì calendario

Witt Katarina

• Staaken (Germania) 3 dicembre 1966. Ex campionessa di pattinaggio su ghiaccio. «[...] la più grande di sempre [...] al di là del Muro, la descrissero come “il più bel volto del socialismo” e al di qua l’accusarono di essere una spia della Stasi e la pupilla di Eric Honecker, presidente e segretario del partito comunista. [...] i servizi segreti la pedinavano ovunque, 24 ore su 24, anche a letto, con relativi dossier da brividi. [...] “Per l’atmosfera che si creò all’interno dell’impianto di gara, ricordo con piacere il Mondiale di Cincinnati ’87. Oggi, dopo quello che è successo in quelle terre, apprezzo in modo particolare l’oro dei Giochi di Sarajevo ’88. [...] ricordo il 9 novembre ’89, giorno della caduta del Muro, come uno dei più belli della mia vita. Ero in Spagna per uno spettacolo la cui registrazione avvenne di notte. Ero lì fisicamente, ma la mia testa era a Berlino”. [...]» (Andrea Buongiovanni, “La gazzetta dello Sport” 25/1/2005). «È passata alla storia come “il viso più bello del socialismo reale”. Volteggiava sul ghiaccio leggera e sensuale, rivoluzionava tutti i codici del pattinaggio artistico e collezionava successi: aveva 17 anni, Katharina Witt, nel 1984, quando centrò il primo dei suoi due grandi slam , vincendo nello stesso anno i campionati europei, i mondiali e le Olimpiadi di Los Angeles. Era, più di chiunque altra, l’atleta simbolo della Germania Est. Bella e femminile quanto le sue povere connazionali del nuoto o dell’atletica erano inquietanti e mascoline. Katharina sembrava l’unica in grado di stendere un velo grazioso e perfino seducente sul ferrigno regime di Honecker. Una potente arma della propaganda, una sorta di patrimonio nazionale che la Stasi, la polizia segreta, viziava e controllava: regali per lei e cimici in ogni stanza del suo appartamento, automobili per l’intera famiglia e telecamere nascoste anche in camera da letto, mobili gratuiti e corrispondenza controllata. [...] Vero è, comunque, che fu lei a sollecitare i regali della Repubblica Democratica. E che ringraziò personalmente. Un gesto molto apprezzato dalla polizia politica: “Katharina Witt - si legge in una nota destinata a Mielke - è per questo ministero un partner degno di fiducia per ogni problema, inclusi i suoi rapporti con gli uomini”. Vero è anche, tuttavia, che la Golf avuta in premio era ben poca cosa rispetto ai 6.000 marchi in divisa pregiata che la Stasi si faceva versare per ogni sua esibizione. Eppoi, aveva anche 17 anni: “Non capivo del tutto il valore propagandistico che avevo per la Ddr”, dice oggi Katharina» (Paolo Valentino, “Corriere della Sera” 29/5/2001).