Varie, 7 marzo 2002
WOOD
WOOD Elijah Chedar Rapids (Stati Uniti) 28 gennaio 1981. Attore • «[...] la sua faccia stralunata e lo sguardo diretto giusto per l’impavido Frodo de Il signore degli anelli [...]» (Maria Pia Fusco, ”la Repubblica” 24/4/2005) • «Piccoli uomini crescono. Si fa per dire nel caso di Elijah Wood che [...] è rimasto all’altezza del piccolo e prode Frodo Baggins del Signore degli anelli. Ma è grande la sua carriera di attore cominciata a sette anni quando sua madre si trasferì dallo Iowa a Los Angeles dove il bambino avrebbe potuto sfogare la ”voglia di raccontare storie per far ridere o piangere la gente. Non ho sofferto della mancanza di un’infanzia normale, per me posare per la pubblicità o recitare per la tv era comunque e sempre un gioco. Solo a 15 anni ho capito che era un lavoro. Non ho mai avuto rimpianti, ho una famiglia solida alle spalle, mio fratello e mia sorella mi massacrerebbero se facessi qualche capriccio da star”[...] positivo è il giudizio di John Hurt. ”La sorpresa più bella è che Elijah lavora come un europeo, non ha acquisito nessuno dei vezzi hollywoodiani” [...] La sua prima partecipazione importante fu in Avalon nel 1990 e cominciò una rivalità con l´altro attore bambino, Macaulay Culkin, ”ma erano solo pettegolezzi dei media. Abbiamo recitato insieme in L’innocenza del diavolo e non abbiamo mai litigato”. E comunque, se rivalità c’era, Wood ne è uscito trionfante, soprattutto dopo la popolarità derivata dal Signore degli anelli" [...] voleva fortemente il ruolo di Frodo e l’ha ottenuto. ”Ho mandato un video con il mio provino in cui recitavo brani da Tolkien in toni diversi e da angolazioni diverse, penso che così ho impressionato Peter Jackson. Con lui ho vissuto un’esperienza indimenticabile, penso che Frodo sia il personaggio migliore che ho fatto, conservo come una reliquia l’anello che portavo [...] Dopo le pessime critiche a Genitori cercasi ho imparato che bisogna accettare gli imprevisti del mestiere [...] il cinema non è tutto, la vita che conta è fuori da Hollywood” [...]» (Maria Pia Fusco, ”la Repubblica” 30/3/2007).