Varie, 7 marzo 2002
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Ono Yoko
• a Tokyo (Giappone) 18 febbraio 1933. Artista, vedova di John Lennon. «La vedova più contestata del mondo ma anche artista tra le più versatili dell’ultimo mezzo secolo» (Renzo Fegatelli, ”la Repubblica” 5/1/2003). «[...] Quando il pubblico fece la sua conoscenza nel 1968, la percepì subito come una mosca nel vaso di miele dei Beatles. In quell’anno John Lennon lasciò l’innamorata di sempre, Cynthia, e il loro figlio Julian per l’artista concettuale giapponese che aveva 7 anni più di lui e sembrava apparsa dal nulla. ”Sì, venivo dal nulla, venivo da Marte”, ride. In realtà veniva da Tokyo, dove era nata nel febbraio del 1933. Suo padre era un banchiere e, adolescente, Yoko si trasferì con la madre negli Stati Uniti. Vive ancora a New York, nello stesso stabile dell’Upper West Side di Manhattan dove visse con Lennon e dove lui, appena fuori dal portone, fu assassinato da Mark Chapman. rimasta lì a dispetto di tutto. ”Ero una persona molto depressa, vulnerabile – spiega – tutto mi mandava nel panico. Per far fronte a questo, scelsi l’ottimismo. Ma mi sono sentita sola finché non ho incontrato John. E John, naturalmente, era come me”. Si incontrarono alla Indica Gallery di Londra nel 1966, quando lei porse a Lennon un biglietto con su scritto ”respira” e lo invitò a partecipare a un lavoro artistico pagando 5 scellini per piantare un chiodo nel legno. Lui rispose: ”Ti darò 5 scellini immaginari. Pianta un chiodo immaginario”. Come avrebbe detto Lennon più tardi: ” lì che ci siamo veramente incontrati. Quando i nostri occhi sono entrati in contatto e lei ha capito e io ho capito”. Dovevano passare due anni perché Lennon lasciasse Cynthia e in quel periodo lei gli inviava biglietti che dicevano ”balla” o ”guarda per me nel cielo”. Lui teneva sul comodino il libro di lei, Grapefruit. ”Immagina una goccia di pioggia – c’era scritto – immagina un gocciolare di nuvole”. Quei due anni di immaginazione così profondamente sentita avrebbero dato vita al testo della canzone Imagine. Ai primi anni ”60, la Ono era figura di spicco del movimento Fluxus, caratterizzato da una propensione per l’intangibile. [...] è stata sempre definita in base alla sua relazione con un uomo: prima per il matrimonio con Lennon, poi per la sua vedovanza. Risponde stancamente: ”Non me la prendo. Bisogna usare bene la propria energia e non adirarsi: di rabbia, si può anche morire”. [...]» (Laura Barton, ”Corriere della Sera” 15/6/2005). «Possibile che una casa discografica abbia rifiutato un disco di John Lennon? Ebbene sì, è successo, e per di più quando ancora esistevano i Beatles e i loro nomi erano il più colossale business che fosse mai esploso nel mondo discografico. La Emi rifiutò il disco Two virgins perché c’era lo zampino della ”strega giapponese” Yoko Ono. I due erano ritratti nudi in copertina, e il disco era una accozzaglia sperimentale di suoni in libertà. John l’aveva realizzato in una notte di follia insieme alla donna di cui è stata detta ogni nefandezza possibile, e soprattutto quella di aver causato lo scioglimento dei Beatles. […] davvero quel mostro di cattiveria che molti dipingono? La questione è aperta. Di sicuro, se non causò lo scioglimento del gruppo, fu certamente l’elemento catalizzatore che fece prendere a John una direzione inconciliabile con le attività dei Beatles. L’incontro avvenne il 9 novembre del 1966 alla Indica Gallery (per ironia della sorte finanziata anche da McCartney), dove lei esponeva alcune pazzesche opere concettuali. L’incontro fu folgorante, anche se divennero amanti solo molti mesi dopo. In Yoko John vide non solo una sorta di dea dell’amore, una donna meravigliosa e desiderabile, al punto da esserne, nello stupore generale, pazzamente geloso, ma anche e soprattutto un’artista capace di guidarlo verso una definitiva e radicale presa di coscienza. Yoko lo incoraggiava o meglio lo sferzava allo spasimo, incoraggiandolo a osare, a sentirsi sempre di più un artista senza compromessi. All’inizio la cosa fu tollerata, anche da Paul, che capiva la potenza dell’innamoramento del suo miglior amico e compagno d’arte. I guai cominciarono quando Yoko prese l’abitudine di rimanere al fianco di John durante le sedute di registrazione ad Abbey Road, il tempio segreto e inviolabile dei quattro Beatles. E in qualche caso, incoraggiata da John, prese anche parte alle registrazioni. E questo era chiedere troppo agli altri tre. John finì per prendere la sua strada solitaria, costellata di bed-in, canzoni leggendarie, e un infinito amore per la sua piccola artista giapponese che gli fu vicina fino all’ultimo giorno e, tutto sommato, per quanto possano dirne male i detrattori, ha gestito l’eredità di John con notevole integrità. Più che la donna che ha causato lo scioglimento dei Beatles, sarebbe meglio ricordarla come la donna che ha fatto incidere a Lennon un disco che nessuna casa discografica era disposta a pubblicare» (Gino Castaldo, ”la Repubblica” 16/2/2003).