varie, 7 marzo 2002
ZALAFFI Margherita
ZALAFFI Margherita Siena 7 aprile 1966. Ex campionessa di scherma. Ha iniziato a tirare di fioretto da bambina, il debutto in nazionale a soli 15 anni. Ha partecipato a cinque Olimpiadi, dal 1984 al 2000, vincendo l’oro a squadre nel fioretto a Barcellona (1992), l’argento a Seul (1988), l’argento nella spada a squadre a Atlanta (1996). Vanta anche quattro titoli mondiali a squadre e la coppa del Mondo individuale 1992 nel fioretto • «A Los Angeles tutto era gratis, cinema, videogames, tutto pronto all’uso. Il villaggio olimpico era come un parco giochi e c’era il contatto con gli altri atleti, un ambiente nuovo da scoprire. A Seul era tutto molto grigio, poca allegria nell’aria. Non era più un’avventura e si pensava ai risultati: infatti arrivò l’argento. […] Barcellona è l’olimpiade dei rimpianti, però è anche quella dei colori […] Sono stata benissimo, non ho vinto il titolo individuale, ma quello a squadre. Va bene anche così. Atlanta era un’altra Los Angeles» (Alessandra Bocci, ”Sportweek” n.22/2000) • «Del 1984 ricordo l’emozione del raduno nazionale a Roma quando Fabio Dal Zotto con la sua Giulietta nera ci diede un passaggio all’Acqua Acetosa, ma poi non ci riaccompagnò. Ci disse: siete troppo sudate, mi sporcate l’auto […] A Barcellona arrivò l’oro a squadre. E io che sono nata a Siena sul podio mi misi il fazzoletto della mia contrada, la Pantera. Voleva essere un tributo alle mie radici […] invece arrivò la polemica, il rimprovero per aver portato sotto i riflettori olimpici un simbolo diverso, che non doveva mischiarsi con la storia dei Giochi […] Barcellona doveva essere la mia olimpiade e non lo fu. Forse per colpa del mio carattere, forse perché a me dispiace vincere , nel senso che soffro se qualcuno perde per colpa mia. Lì mi sono resa conto che lo sport mi aveva portato via e bruciato molte cose: la leggerezza del sabato sera, le serate con gli amici, le pizze, le notti passate a cantare […] Ho cominciato con nuoto e danza, ma devo ringraziare molto mio padre che specializzandosi in medicina dello sport mi ha insegnato ad avere una buona alimentazione e a non trascurare la preparazione atletica» (Emanuela Audisio, ”Il Venerdì” 12/5/2000).