Varie, 7 marzo 2002
ZANICCHI
ZANICCHI Iva Ligonchio (Reggio Emilia) 18 gennaio 1941. Cantante. Presentatrice Tv (Domenica in, Ok il prezzo è giusto). Politico. Dal 2008 membro del Parlamento Europeo (Pdl) • «Dopo essersi fatta notare fra balere e feste di campagna incide il suo primo disco (Sei ore) nel 1963 e ottiene i primi apprezzamenti con Come ti vorrei (versione italiana di Cry to me, 1964). L’anno successivo inaugura una lunga serie di partecipazioni al Festival di Sanremo con I tuoi anni più belli, che ottiene una discreta risposta di vendite. Nel frattempo il suo entourage discografico, confidando sulle sue non comuni doti vocali, spinge nel presentarla come l’alternativa a Mina e Milva (con annesse stucchevoli definizioni faunistiche: ”L’aquila di Ligonchio” contrapposta alla ”Tigre di Cremona” e alla ”Pantera di Goro”). Nel 1966 le sue quotazioni salgono con brani come Ci amiamo troppo, Fra noi e soprattutto con la canzone presentata a Sanremo, La notte dell’addio. Ed è ancora il palcoscenico sanremese a indicarla come una delle maggiori protagoniste femminili della scena canzonettistica di quegli anni, conferendoglie la vittoria nel 1967, in coppia con Claudio Villa, per Non pensare a me. D’altra parte sembra trovare nel Festival il trampolino pubblicitario ideale, se, dopo Per vivere presentata nell’edizione del 1968, vi trionfa ancora nel 1969 con Zingara […] E vince per la terza volta nel 1974 con Ciao cara come stai […] Deve tutto alla potenza della sua voce, alla sua tendenza a interpretare anche i brani più melodici con venature pacatamente soul e alla schiettezza del suo personaggio pubblico. Dalla metà degli anni Ottanta è diventata conduttrice televisiva di trasmissioni popolari, nelle quali di tanto in tanto si esibisce ancora come cantante» (Augusto Pasquali, Dizionario della musica italiana – La canzone, Newton&Compton 1997) • «Ha un vocione che ribalterebbe le sedie [...] l´Aquila di Ligonchio, l´ex-icona popolare della tv berlusconiana (’Sedici anni di Ok il prezzo è giusto, e quando ne esci capisci che eri malata, che eri una deficiente”), la Zanicchi della famosa dichiarazione di voto in tv da Santoro: ”Io voto Berlusconi, lasciamolo provare. E se poi non fa bene, fra cinque anni gli diamo un calcio nel sedere e lo mandiamo a casa”. [...] Ho invitato a votarlo, certo. Da Santoro: ve lo ricordate Santoro? Conoscevo Berlusconi da tanti anni, un bravissimo imprenditore, e anche un uomo gentile. Lo stimo molto. [...] ”a sua autobiografia Polenta di castagne: ”Qualcuno pensa sia un libro di ricette. Va´ là. che dove sono nata io, sulle montagne, c´era solo quella da mangiare”. Un paese, Ligonchio, ”dove tutti gli uomini erano socialisti [...] Tutti gli uomini socialisti e le donne di chiesa. Noi donne eravamo del prete, che diceva: votate quel partito, o andate all´inferno”. La Iva, che quando un impresario la mandò in America non aveva mai preso nemmeno il treno: ”Mia mamma mi ha cucito tre immaginette della Madonna nella maglia di lana, e sono partita”. Sedici anni in tv: ”Non sputo nel piatto. Ma quando ne sono uscita, ho capito meglio. La tv è un sonnifero, un rincoglionimento totale. utile per le persone anziane, per le persone sole. Come mia mamma, poverina [...]”» (Fabrizio Ravelli, ”la Repubblica” 6/3/2004).