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 2002  marzo 07 Giovedì calendario

ZARD

ZARD David Tripoli (Libia) 6 gennaio 1943. Manager di cantanti (attualmente Riccardo Cocciante) nel 2001 ha vinto una causa contro il suo ex cliente Claudio Baglioni, che riteneva eccessivo il compenso di 750 milioni versato all’agente per il fortunatissimo tour 1992 (’Corriere della Sera” 27/1/2001). «Negli anni 70 - quando Zard, di famiglia ebrea, fuggito nel ”67 dalla Libia e dalla Guerra dei Sei Giorni, iniziò la carriera di organizzatore-produttore - erano in pochi a prendere rischi [...]. Non c’è un quaranta-cinquantenne di oggi che non ricordi la rituale apparizione di Zard sui grandi palchi dei divi del rock (’Ho portato in Italia Madonna, Michael Jackson, Bob Dylan, i Genesis e i Rolling Stones”). ”Fate un passo indietro” urlava alle folle oceaniche, sprezzante del pericolo, per alleviare il disagio dei primi in platea schiacciati contro le transenne del sottopalco dei concerti. Assieme alla comunicazione (di leggendaria efficienza l’ufficio stampa gestito negli anni 80 dalla moglie Patrizia), la sicurezza è sempre stata la sua priorità. E oggi che non ha più platee disordinate da gestire, oggi che da famoso promoter rock qual era, si è riciclato nel primo organizzatore di teatro musicale [...] il suo ”fate un passo indietro” gli manca. [...] L’uomo che si permise di cambiare i contratti di Madonna e dei Genesis (’Dicevano: l’artista ingaggia il promoter. Ma siamo pazzi? Ero io che ingaggiavo loro”), che aiutò Peter Gabriel a pagare il mutuo di casa, che comprò una chitarra Fender Stratocaster a Steve Hackett dei Genesis, che costruì agli Spandau Ballet il loro più grande mercato mondiale (’Furono una delle eccezioni alla mia regola: di solito produco solo ciò che mi piace”), ha esaudito il suo desiderio più grande: avere un teatro. il Gran Teatro, a Roma: un tendone lussuoso con moquette e velluti rossi, ”con tremila posti e il palco più grande, di quattro metri, di quello del Palais des Congres parigino”. Il paragone non è casuale: dal Palais des Congres è partita la fortuna planetaria di Notre Dame de Paris, l’opera di Cocciante e Plamondon che ha segnato la resurrezione di David Zard. [...] ”Avevamo un conto in sospeso, il circo e io. Quando negli anni 70 mi occupavo delle luci e del suono di Zerolandia, era la famiglia Togni a fornire il tendone per i concerti di Renato Zero. Erano vecchie strutture, malridotte, maleodoranti. Dissi ai Togni: compriamo un super tendone e organizziamo uno spettacolo diverso, senza animali, con musica dal vivo, con costumi bellissimi e luci teatrali. Volevo fare un circo su Pinocchio, poi sui film di Fellini. Ricordo che andai anche a parlare con il maestro [...] Non se ne fece nulla, i Togni non vollero rischiare. Poi però furono loro a segnalarmi il Cirque: vai a Berlino, mi dissero, c’è un circo come lo volevi fare tu. Se ti avessimo ascoltato... [...] non ho mai avuto la mentalità dell’agente, mi sono sempre sentito un produttore, io. E un produttore rischia. Il Cirque non era mai venuto perché in paesi come l’Italia e la Francia temeva l’inflazione. Troppi circhi, troppe famiglie circensi. Non si andava a colpo sicuro. Ma a Milano in aprile fu un tutto esaurito sin dalla prima. Mai accaduto, nella storia del Cirque, per un debutto assoluto. [...] Il pubblico italiano è curioso, e non è onnivoro. Della truffa si accorge subito. Ma, quando gli italiani amano uno spettacolo, diventano il campo da mietere più bello del mondo [...] Non credo. In Italia la discografia si è fatta prendere per il collo dalla televisione, dalle radio e dai festival [...] Quando passa da Roma, Bob Dylan mi chiama sempre ed esige che gli prepari un cuscus a casa mia”» (Laura Putti, ”la Repubblica” 7/10/2004).