Varie, 7 marzo 2002
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ZELLWEGER Renée
ZELLWEGER Renée Katy (Stati Uniti) 25 aprile 1969. Attrice. Premio Oscar non protagonista 2003 (Cold Mountain), nomination come protagonista nel 2001 (Bridget Jones’s Diary) e nel 2002 (Chicago). Golden Globe come protagonista per Nurse Betty (2000) e Chicago (2002), non protagonista per Cold Mountain (2003), nomination (protagonista) anche per Bridget Jones’s Diary (2001), Bridget Jones: The Edge of reason (2004), Miss Potter (2006) • «Viso solare e vocina smielata, emerse improvvisamente sugli schermi nel 1996 nei panni della donna che fa capire a Tom Cruise cosa significhi l’amore in Jerry Maguire […] Golden Globe come miglior attrice comica per Nurse Betty, sta rapidamente conquistando il titolo di ”fidanzata d’America” avvicinandosi a star più famose come Julia Roberts e Sandra Bullock con compensi fra i 3 ai 5 milioni di dollari a film. Ha fatto discutere l’Inghilterra quando ha battuto per l’ambito ruolo di Bridget Jones attrici come Kate Winslet e Minnie Driver. L’accusavano di non avere né l’aspetto né l’accento per calarsi nel ruolo di una single trentenne inglese nevrotica, ossessionata dal peso e dall’eccessivo consumo di alcol e sigarette, perennemente angosciata dai suoi disastrosi rapporti con gli uomini e sempre alla ricerca dell’uomo giusto. Eppure lei ha messo su 10 chili, ha lavorato con un insegnante di slang ed è riuscita a convincere anche i più accesi fan del libro, amato soprattutto dalle donne. […] ”Non è stato facile, vi assicuro, non sapete quanto ho dovuto mangiare, ogni giorno... All’inizio può anche essere divertente, ma dopo una settimana di patate fritte, gelati e torte di cioccolato non ne potevo più, il cibo mi usciva dagli occhi! Dovevo finire ogni sera, prima di andare a letto, con una fetta di pizza e mezzo litro di birra. Eppure ogni volta che andavo a comprare un reggiseno più grande era una soddisfazione! Mi sentivo femminile e sensuale... ora sono di nuovo la Renée di sempre» (Silvia Bizio, ”la Repubblica” 20/3/2001). «La sua scoperta, o meglio il suo passaggio da attrici con un futuro promettente a stella internazionale, è avvenuta grazie a Bridget Jones: d’altronde per una ragazza texana era una bella sfida interpretare le disavventure di una single londinese. Ma la sua esplosione è arrivata con Chicago quando è entrata nei panni di Roxie Hart, una ballerina così determinata a raggiungere il successo che non esita a raccontare bugie e a uccidere. Un film che non solo ha dominato gli Oscar ma al quale, assieme con Moulin Rouge, è stato attribuito il merito di avere saputo restituire vita al genere musical. […] ”Il cinema è importante […] perchè trovo incredibile la sua capacità di insegnarci delle cose e di commuoverci in uno spazio di tempo così breve. Non so il perchè di questo fenomeno. Forse è lo schermo, forse è il buio, forse è la musica, ma il cinema può avere un grande impatto, può essere uno strumento che ci induce a fare del bene e migliorare il mondo in cui viviamo. Ed è per questo che non voglio fare film di frivolo sfruttamento sessuale o disegnati esclusivamente per fare denaro. E’ la mia vita, facessi quelle cose non potrei avere rispetto per me stessa» (Lorenzo Soria, ”La Stampa”, 7/5/2003). «Con la fama ti arrivano un sacco di cose belle. Ma rischi di perdere le cose divertenti della vita, di non avere più il senso della realtà. Per questo non uso le limousine, ma i taxi. E, se posso, volo in classe turistica”» (’La Stampa” 20/3/2001).