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 2002  marzo 07 Giovedì calendario

ZENGA

ZENGA Walter Milano 28 aprile 1960. Ex calciatore. Portiere, con la nazionale ottenne il terzo posto agli Europei del 1988 e ai mondiali del 1990. Con l’Inter vinse lo scudetto 1988/89 e due coppe Uefa (1990/91, 1993/94). Concluse la carriera italiana in B con il Padova, dopo un anno alla Sampdoria. In totale giocò 369 parite di serie A, 58 con la nazionale. 17° nella classifica del Pallone d’oro 1988, 12° nel 1990. Adesso allenatore, dall’aprile 2008 e per tutta la stagione 2008/2009 sulla panchina del Catania, nel 2009/2010 al Palermo (esonerato dopo la 13ª giornata). Prima parte della carriera tutta all’estero (New England Revolution, Stella Rossa, Steaua Bucarest, Gaziantepspor, Dinamo Bucarest) • «Mai il tipico grido della curva, uno di noi, è stato giusto come per lui: a San Siro è entrato da tifoso nelle file dei Boys e da raccattapalle. Ben presto diventa il miglior portiere italiano del dopo-Zoff e già nei mondiali 1986 meriterebbe la maglia da titolare. comunque numero uno della nazionale con Vicini, ma la fine dell’avventura azzurra sarà dolorosa: un’infelice uscita su Caniggia ne fa il capro espiatorio della semifinale con l’Argentina a Italia 90 (né si riscatta ai rigori, da sempre suo tallone d’Achille). Termina la carriera negli Usa. Portiere spettacolare, più simile ad Albertosi che a Zoff, è un ragazzo dalla personalità forte e dalla battuta pronta. Spesso lo accusano di essere un ”boss” dello spogliatoio. Certamente all’Inter, da tifoso e da atleta, ha dato tutto» (Dizionario del Calcio Italiano, Baldini&Castoldi, 2000). «Se il suo cuore resterà per sempre legato all’Inter [...] lo Zenga allenatore ne ha fatte e viste di tutti i colori. Prima negli Usa, con il doppio ruolo di portiere e tecnico (con Giuseppe Galderisi come vice) nei New England Revolution da cui viene licenziato nell’ottobre del ”99. Poi nella sua Milano, alla guida del Brera Calcio (serie D, girone B). Esordio col botto, nel senso che all’Arena perde 3-2 con il Pro Lissone e viene pure espulso per proteste. ”Per me non è cambiato nulla – spiegherà l’Uomo Ragno quel giorno ”. Ho sempre esordito con una sconfitta, anche con l’Inter. Il cartellino rosso? Evidentemente ho la voce più alta di qualcun altro”. Nel luglio del 2002, dopo aver fatto di tutto, dalle televendite alle telecronache, una chiamata del National di Bucarest gli consente di esportare in Romania la sua genuinità e guasconeria. Un’esperienza che durerà appena sedici mesi, come spiega lo stesso Zenga. ”Nella prima stagione, oltre ad aver chiuso imbattuti le amichevoli di prestigio contro Milan, Galatasaray, Valencia e Besiktas, abbiamo raggiunto la finale di coppa di Romania, persa con la Dinamo, e il quarto turno di coppa Uefa, eliminati dal Psg. [...] ho detto basta io perché non vedevo prospettive di crescita, visto che Dinamo, Steaua e Rapid avevano già i rispettivi allenatori”» (Luca Taidelli, ”La Gazzeatta dello Sport” 30/7/2004).