Varie, 7 marzo 2002
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Zinni Anthony
• Conshohocken (Stati Uniti) 17 settembre 1943. Generale, mediatore Usa in Medio Oriente • «Nato da povera famiglia italiana a Filadelfia, nel ’61 era già nei marines: lo chiamavano per la sua italica spavalderia “il padrino” […] Ha sostanzialmente due medaglie (fra le molte attaccate al petto) che valgono la pena di essere ricordate: una vera, di metallo, che gli hanno appuntato sulla divisa addirittura gli egiziani, tanto intima è la conoscenza del generale col mondo militare arabo; l’altra morale, perché, sempre grazie a questa intimità, è da molti anni un sicuro collegamento dell’amministrazione americana con Pervez Musharraf, il presidente pakistano. Si può capire quanto questa amicizia sia divenuta importante per Bush e Powell ultimamente. Diventò il più importante comandante addetto al mondo arabo e musulmano con la nomina a comandante dell’Uscent Com, l’organizzazione dell’esercito che riunisce tutti i comandi di 25 paesi, dal Golfo fino all’Asia Centrale. Arabia Saudita, Yemen, Kuwait, per lui sono il cortile di casa. Nel suo curriculum, nel bene e nel male, c’è la sospensione delle ostilità verso Saddam Hussein nel 1991. Nella biografia politica del generale americano, non troviamo altrettanta frequentazione culturale e politica di Israele. Rivendica una buona conoscenza con Shaul Mofaz, il capo di Stato Maggiore, ma in realtà circola l’idea che sia più capace di ascolto verso gli arabi che verso gli ebrei. Sarà vero? Molti dicono che l’uomo è soprattutto pragmatico […] Di tratto gioviale ancorchè severo, un tipone, un tough guy, un duro, uno smart guy, uno svelto. E’ uno che “quando fa pressione, ecco che si capisce cosa vuol dire questa espressione” ha detto Colin Powell» (“La Stampa”, 27/11/2001).