Varie, 7 marzo 2002
ZORZI Cristian
ZORZI Cristian Cavalese (Trento) 14 agosto 1972. Sciatore di di fondo, specialità sprint, medaglia d’argento ai mondiali di Lahti nel 2001, bronzo alle olimpiadi di Salt Lake City 2002 più un argento in staffetta. Oro in staffetta alle Olimpiadi di Torino 2006. Oro in team sprint ai mondiali 2007. «Il Rossifumi degli sci stretti che sgasa a forza di braccia e non ha il fiato per attrezzarsi con bambole gonfiabili, perché deve tenerlo per la gara» (“Corriere della Sera” 20/2/2002) • «Lo chiamano “Zorro” perché ha la battuta e il colpo di lama sempre pronti, e forse non è un caso che la specialità nella quale ha deciso di diventare un campione, lo sprint, si presti bene alla metafora: infilzare l’avversario sul traguardo dopo un volatone di 1.500 metri, è l’ultima fatica che lo sci di fondo ha imposto ai suoi gladiatori infreddoliti. Tutto in un giorno: qualificazioni, quarti, semi e finale. Gradite spinte e gomitate nei denti» (Gaia Piccardi, “Corriere della Sera” 22/2/2001) • «Ai Mondiali di Lahti, nel febbraio 2001, si presentò con i capelli biondo platino e la zeta di Zorro scolpita sulla nuca. Fu argento, contestuale alla nascita di un nuovo personaggio. […] Christian “Zorro” (o “Gigio”, complice la faccia furba e appuntita da topastro) Zorzi, finanziere delle Fiamme Gialle di Predazzo, allievo di Giorgio Vanzetta (uno dei campioni che dal niente ha portato un bel po’ d’azzurro sui podi del Grande Fondo negli anni ’80 e ’90). La sua gara è la Sprint, la specialità introdotta qualche anno fa per svecchiare il “noioso” e tradizionalista ambiente del fondo. Cadute, gomitate, colpi proibiti, un giro di pista in apnea e un arrivo (spesso) al fotofinish che esalta gli appassionati del genere e fa inorridire i puristi, abituati alla solennità delle distanze classiche. “Ho provato l’hockey, lo slittino, il salto, di tutto. La casa era un deposito di attrezzature. Un giorno mamma Alida, che non ne poteva più, mi dice: deciditi. Ho comprato il primo paio di sci da Franco Nones. Ho vinto una garetta zonale e ho scelto il fondo. Bon, eccomi qui […] Vorrei sfatare una leggenda: lo Sprint è molto più duro di una gara tradizionale. Per arrivare in finale superi i tuoi limiti più volte. Stai in tensione per ore, devi cambiare strategia a seconda degli avversari. La concentrazione deve essere costante. Comunque, a skating vado forte anche nelle distanze classiche […] Sono un tipo tranquillo ed esuberante. Sbruffone mai, anche se potrebbe sembrare. Sfacciato, ecco […] A Ramsau ho visto le scarpe di un compagno di squadra che asciugavano. Le ho riempite di petardi e le ho fatte saltare. Tanto erano vecchie! […] L’oro nello Sprint vale l’oro della 50 km. Vorrei che chi critica provasse quanto è dura una gara Sprint. E poi io non sono solo uno specialista: come primo risultato in Coppa del mondo ottenni un ottavo posto nella 50 km di Oslo. Che vengano a dirmele in faccia, certe cose... […] Da quando è stato introdotto, c’è più gente alle gare. Lo Sprint è una festa che sa accendere il pubblico. È spettacolare, regala adrenalina e suspance» (Gaia Piccardi, “Corriere della Sera” 8/1/2002).