8 marzo 2002
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BARROW John D.. Nato a Londra (Gran Bretagna) il 29 novembre 1952. Matematico. «Tra i creatori del cosiddetto ”principio antropico”, si segnala non per il tentativo di rendere troppo facili le concezioni della fisica o della biologia, ma per l’ambizione di ridare alla scienza quella parola ”pubblica” che la frammentazione specialistica ha finito per sottrarle» (Giulio Giorello, ”Corriere della Sera” 19/2/2002)
BARROW John D.. Nato a Londra (Gran Bretagna) il 29 novembre 1952. Matematico. «Tra i creatori del cosiddetto ”principio antropico”, si segnala non per il tentativo di rendere troppo facili le concezioni della fisica o della biologia, ma per l’ambizione di ridare alla scienza quella parola ”pubblica” che la frammentazione specialistica ha finito per sottrarle» (Giulio Giorello, ”Corriere della Sera” 19/2/2002). « noto al grande pubblico come divulgatore grazie a una dozzina di saggi tradotti in ventinove lingue in cui esplora le implicazioni storiche, filosofiche e culturali dell’astronomia e della matematica. Per lui la scienza è semplicemente ”l’arte del risolvere”, un mezzo per affrontare anche le sfide più difficili, purché non impossibili. ”Il successo dello scienziato - dice - consiste proprio in questo. Si inizia con domande semplici per arrivare a quelle più complesse. Un percorso graduale ma molto stimolante”. [...] ”Divulgare la scienza - e dunque anche la matematica - significa spiegare idee difficili con idee più semplici, attraverso analogie. possibile farlo, con esempi tratti dal mondo della natura. Noi ci siamo sviluppati ed evoluti insieme all’ambiente in cui viviamo, ecco perché amiamo il mondo intorno a noi. Ci piacciono gli alberi, i fiori e le formazioni nuvolose. Tutti elementi che hanno una loro precisa geometria riproducibile in frazioni che, a loro volta, si possono ricondurre all’arte. Per questo, quando gli architetti creano edifici che rispecchiano questa struttura, noi li troviamo belli. Pollock, per esempio, ha scoperto le frazioni per intuito ben prima che Mandel e gli altri matematici ci avessero pensato: riconosce che l’occhio umano ama guardare modelli frazionati. Le sue opere pittoriche sono frazioni perfette. Si può stabilire se un suo quadro è autentico o falso grazie a un calcolo matematico. Un modo davvero particolare di effettuare un’expertise artistica! [...] La maggior parte dei libri che scrivo necessitano molta ricerca. Mi piace imparare e poi spiegare un argomento che io stesso ho dovuto approfondire. La conoscenza non deve rimaner chiusa in compartimenti stagni. Per questo cerco sempre di sorprendere i miei lettori rivelando tutta una serie di cose che, in genere, non si pensa facciano parte della matematica [...] Subisco sempre il fascino di quei segni che scarabocchiati su un pezzo di carta ci raccontano come cambiano le stelle, come funziona il sole, come si sono formate le galassie. la matematica più semplice che ti dice perché la mela cade per terra e ti permette di capire i buchi neri, lo spazio dell’universo e lo sviluppo delle stelle. Può sembrare incredibile, ma è la verità. [...] Quindi è un buon motivo per imparare la matematica e capirla. Ti racconta cose del mondo che non si potrebbero imparare altrimenti» (Francesca Priori, ”Corriere della Sera” 9/3/2004).