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 2002  marzo 08 Venerdì calendario

Baxter Alain

• . Nato a Edinburgo (Gran Bretagna) il 26 dicembre 1973. Sciatore. «Domanda numero tre posta dai tifosi sul sito personale di Alain Baxter, lo slalomista piombato dalle montagne scozzesi: ”Sei bravo a raccontare bugie?” Risposta: ”No, not at all”. Che intervenga allora il webmaster ad aggiornare al più presto la situazione, perché di balle Alain ne racconta eccome. La più grossa l’hanno smascherata ieri i cerberi dell’antidoping: hanno riscontrato nelle sue urine tracce di metanfetamina, uno stimolante che non a caso negli ambienti sportivi viene chiamato speed (velocità). Addio dunque medaglia di bronzo olimpica, la prima di uno sciatore britannico ai Giochi; addio alle feste e alle esagerazioni di stampo nazionalistico, con tanto di sciata in kilt e di capigliatura rimodellata secondo la foggia e i colori della croce di Sant’Andrea. Alain s’è detto desolato e choccato: ”Non ho mai preso consapevolmente alcuna medicina o sostanza per migliorare il rendimento e, pertanto, mi ritengo innocente”. In attesa di trasferire frasi scontate in una buona linea difensiva, dovrà consegnare la medaglia a Benjamin Raich, giunto quarto nella gara-lotteria dello scorso 23 febbraio a Deer Valley, e accettare di essere inserito nell’elenco dei ”furbi” a cinque cerchi. Gli fanno già compagnia Larissa Lazutina, Olga Danilova e Johann Muehlegg, fondisti; del quarto atleta nel mirino, un mister X ancora da identificare, si conosce solo la sostanza che l’ha incastrato: il gettonato nandrolone. Peccato. Era una bella storia, quella di Alain, il ragazzo che vive un po’ nell’amata Scozia e un po’ in Alta Savoia, a Courchevel, dove il padre gestisce una scuola di sci e dove lui ha imparato a fare l’agonista. Raccontava, dopo i primi risultati positivi e gratificato dal fatto che fosse uscito un articolo addirittura sul ”Times”: ”Nel mio Paese ci sono montagne bellissime, però non sono alte: ecco perché ad esempio, la mia impostazione è stata necessariamente da slalomista. Mi sarebbe piaciuto provare con la discesa, ma dove la trovavo, in Scozia, una pista adatta?”. Tra i paletti è stato autore di una crescita impetuosa, a cavallo tra il 2000 e il 2001: dalla ”buca” dei pettorali alti, al primo gruppo di merito. Ultimamente, però, aveva un po’ frenato e ai Giochi era partito da outsider: ma la sua medaglia, seppure in uno slalom in parte falsato dalla neve marcia e da un tracciato non preparato a dovere, era relativamente sorprendente. Purtroppo, apprendiamo ora, non era spinto dal mito di Highlander, forse troppo presto evocato, ma da una normalissima, volgarissima ”bomba”» (Flavio Vanetti, ”Corriere della Sera” 6/3/2002).