Varie, 8 marzo 2002
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Borghi Giorgio
• Varese 10 gennaio 1978. Giocatore di basket. Nel 2001/2002 giocò in A con la pallacanestro Varese • «Immaginate la scena: a San Siro gioca l’Inter e a un certo punto la panchina manda in campo un giovanotto che si chiama Moratti. Un mormorìo diffuso percorre gli spalti. Più o meno la stessa cosa è accaduta domenica a Varese; dove però al calcio occorre sostituire il basket e alla dinastia Moratti quella dei Borghi. A metà del primo quarto di gara dell’incontro tra Metis Varese e Benetton Treviso ha fatto il suo esordio Giorgio Borghi, 24 anni, nipote di Giovanni, presidentissimo ai tempi della Ignis, figlio di Guido che ne raccolse l’eredità. Oggi il cumenda Borghi ha un monumento a lui dedicato fuori dello stadio di Varese, Guido è stimato dirigente nel mondo dei cavalli e Giorgio mette piede nel mondo che fu del nonno e del padre da atleta. A riprova che il cromosoma dello sport esiste. ”E pensare che al basket ad alto livello non pensavo proprio più: dopo un grave infortunio quando militavo in B2 ormai giocavo solo nei tornei estivi, in quelli aziendali...”. Si è presentato con una bomba da tre punti, un canestro in entrata e una tostissima difesa sullo slavo Stojic. Giorgio Borghi è una delle prime scommesse vinte dal neoallenatore della Metis, il francese Gregor Beugnot che oltre a riportare Varese alla vittoria ha messo in vetrina, caso rarissimo nel basket invaso dagli stranieri, un prodotto del vivaio. Giorgio così racconta il suo esordio: ”Se devo essere sincero, quando il coach mi ha fatto cenno di entrare, me la sono fatta sotto! Esordire a Varese contro la Benetton e quando la partita era ancora apertissima, be’, non è facile. Però un po’ me lo aspettavo: in settimana durante gli allenamenti avevo giocato parecchio, Beugnot mi aveva chiesto se conoscevo bene gli schemi di gioco. Insomma, non mi sono fatto trovare impreparato”. Nonno Giovanni costruì uno squadrone che vinse tutto quello che c’era da vincere: pesa mettere piede sul parquet di Varese con quel nome sulla schiena? ”Non ho mai conosciuto mio nonno ma inutile dire che di lui in famiglia si è sempre parlato. Sul piano sportivo però è diverso: giocare ieri è stata una sorpresa per me e anche per il pubblico che fino a ieri mi aveva visto solo in panchina. Non penso si aspettassero da me i miracoli; più che il cognome credo mi abbia favorito il fatto che Beugnot non conosce ancora bene tutti i giocatori e così mi ha buttato nella mischia”. A riportare Giorgio nell’orbita del basket professionistico è stato Dodo Rusconi, attuale manager della Metis e uno dei giocatori preferiti del cumenda ai tempi della Ignis. C’è dell’altro, oltre al basket, nella vita di Borghi? ”La proposta di Rusconi mi ha reso strafelice e ora mi dedico esclusivamente allo sport, ho messo da parte anche gli studi. Se mi resterà del tempo conto di prendere il brevetto come pilota di volo a vela, che è la mia passione. Ma gli esami di teoria mica sono facili”» (Claudio del Frate, ”Corriere della Sera” 12/2/2002).