Varie, 8 marzo 2002
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Boscono Maria
• Carla Roma 20 settembre 1980. Modella • «In principio era Olivia. Sì, la chiamavano così, perché era tanto magra e dicevano anche che era bruttina. Accanto a Braccio di Ferro, va bene. Ma sulle copertine di ”Vogue”, tra le dieci modelle più importanti del mondo, contesa da tutti i grandi stilisti, chi l’avrebbe mai detto? Invece, ha vinto la sua sfida dimostrando che, se vengono provocati, con i Brutti Anatroccoli non si scherza e anche i cigni di più alto lignaggio al confronto possono fare una figuraccia. ”Olivia, comunque, è molto simpatica. Con la sua personalità, perché non potrebbe finire sulle pagine delle riviste di moda?”, chiede […] Lei c’è riuscita, eccome. Con l’autoironia e una ferrea determinazione. diventata il simbolo della bellezza italiana dopo Carla Bruni, Monica Bellucci e le romane Isabella Rossellini e Simonetta Gianfelici. Dice il suo agente Piero Piazzi, della Paolo Tomei Models, che l’ha seguita fin dai primissimi passi: ” tenace, ha un carattere formidabile. Non ha mollato neanche quando il fatto di essere italiana era uno svantaggio”. Racconta Maria Carla: ”All’inizio nessuno era disposto a scommettere un centesimo su di me. Mia madre era convinta che, dopo le prime sfilate a Milano, saremmo ritornati a Roma a riprendere la vita di prima. stato allora che mi sono impuntata, ho tirato fuori la mia grinta e ho deciso che sarei andata avanti”. Come nelle favole, il miracolo poi si è compiuto. Intensa, autentica, inconfondibile, Olivia-Maria Carla è piaciuta a tutti. Maghi dell’immagine, stilisti incontentabili, redattrici di moda snob. Stregati, sedotti, pazzi per lei. ”Per gli show di Parigi o Milano”, dice, ”posso fare settanta sfilate a stagione. Riesco a dormire tre ore a notte per dieci giorni. Uno stress... Recupero dopo, isolandomi dal mondo e dormendo per una settimana filata”. Con le foto, il successo è stato forse ancora più clamoroso. Copertine sulle riviste più ambite come ”Vogue” e ”Interview”, servizi su ”Harper’s Bazaar” e ”Numero”, ”Elle” e ”Marie Claire”, ”Dutch” e ”Mixt(e)”. Tra i tanti re dell’obiettivo, il suo preferito è senza dubbio Bruce Weber, con il quale ha lavorato per il Calendario Pirelli 2003. ” un maestro, anche di testa e di cuore”, dice con uno slancio che non ammette dubbi. ”Ha il potere di creare sul set una speciale magia”. Raggiunto il Successo (sì, quello con la maiuscola), Maria Carla vorrebbe adesso ”conquistare” la vita. ”Non vorrei che mi sfuggisse di mano”, confessa. ” arrivato tutto così presto e in modo così travolgente che non ho avuto neanche il tempo di riflettere. Vivo a New York, che non ha confronto con nessun altro posto per l’energia che ti trasmette. Alla fine, però, la gente pensa troppo al denaro... Ti incontrano, ma non ti abbracciano, non ti toccano. Ti dicono ”I love you” quando chiudono la conversazione al telefono. Ma a che serve? Noi, siamo passionali. Abbiamo bisogno di un abbraccio, di un bacio, di un contatto fisico”» (Massimo Di Forti, ”Il Messaggero” 11/7/2003) • «Di strada ne ha fatta la ragazza: 15 mila dollari (17.200 euro), è il suo cachet a sfilata. Classe 1980. Romana di Fiumicino. Un metro e settantotto, taglia 40, capelli castani, occhi castani. Era il marzo del 1996 quando arrivò per la prima volta a Milano. Allora raccontava: ”Ero una papera, sarò una top”. Da qualche stagione è fra le cinque top model più pagate e ricercate al mondo. Vive tra Londra, New York e Parigi. Karl Lagerfeld (Chanel) e John Galliano (Christian Dior), le hanno cucito addosso le loro campagne pubblicitarie. […] ”Quante volte ha pianto prima, però... - racconta il suo agente Piero Piazzi -. Mi diceva: ”qui, nessuno mi capisce, mi vedono brutta’”. Si chiamano: soddisfazioni. Se la moda fosse uno sport, Maria Carla sarebbe una olimpionica plurimedagliata. che nessuno è profeta in patria, eccetera, eccetera. Dunque è anche vero che a chiunque, in Italia, il suo nome non fa suonare nessuna campanella. Ma forse, ancora per poco. […] All’estero già lo sanno: in Usa ha un sito di quattro pagine e ammiratori che, entusiasti, segnalano via email di averla vista per strada, a Londra o a New York. Nella moda sta facendo molto di più di quanto, per esempio, abbia mai fatto Laetitia Casta. E non è una bestemmia. Cosa non va in lei, allora? Semplicemente che non è diva. Non solo: non beve, non fuma, non si droga. Feste e mondanità con il contagocce. Un solo amore: un giovane fotografo della Valtellina. Né calendari o foto osé. O interviste a tuttocampo. Né tiri da matta capricciosa. Tantomeno ambizioni cinematografiche (’Per carità”, ride tutte le volte alla domanda). Si veste ai mercatini. Il suo corpo è quello di una ragazza ”normale”, decisamente magra, ma per costituzione perché mangia e non fa sport: ”Un giorno quando non sarò più giovane e carina e magra, farò dell’altro, magari mi comprerò una fattoria”, scherza sempre. ” una professionista, è una professionista”, è il ritornello-commento di chi ha lavorato con lei: dal parrucchiere, al truccatore, al regista, allo stilista. Il suo successo, lei lo spiega sempre così: ”Belle e bellissime, ce ne sono tante. E non è facile sopravvivere, senza sbandare, ad aerei e ritmi frenetici. Ci vuole personalità e professionalità e una bella famiglia alle spalle come la mia”. Più o meno le stesse cose le diceva quando aveva solo sedici primavere. Allora sembrava quasi ”imbeccata” da qualcuno: i genitori (che la seguono ovunque tutt’ora), o il suo agente? Nessuno di questi, era lei ed è lei: una ragazza tranquilla, ma determinata. Nel ”96 (era nei corridoi della Riccardo Gay e Piazzi la vide e la volle), già sapeva che o sei una come Naomi, o Cindy, o Laetitia o è meglio che a testa bassa ti presenti puntuale ai casting, dopo una bella dormita. E impari a camminare e posare ascoltando. Considerazioni che di solito - questo si dice negli ambienti - le aspiranti modelle italiane non fanno e per questo non arrivano mai, da nessuna parte» (Paola Pollo, ”Corriere della Sera” 24/2/2002).