8 marzo 2002
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Briand Anne
• . Nata a Mulhouse (Francia) il 2 giugno 1968. Campionessa olimpica di biathlon nella staffetta di Albertville (1992), medaglia d’argento nei 15 chilometri a Lillehammer (1994), campionessa del mondo nei 10 chilometri ad Anterselva (1995). «Brava studentessa, è anche un’atleta, ma al termine delle scuole superiori le s’impone una scelta: entrare nella nazionale francese di sci di fondo o iscriversi a Veterinaria, ”un sogno dell’infanzia”. Decide di agire su due i fronti, fallisce il primo anno alla Scuola di Veterinaria, ma tiene duro e viene ammessa a Lione. Attività pratiche la mattina, allenamento nel pomeriggio, strappa il diploma e nel ’93 discute la tesi sulla Reintroduzione dello stambecco delle Alpi nel parco nazionale des Ecrins. L’anno precedente aveva vinto un’altra scommessa: la medaglia a Albertville. Adolescente, aveva detto: ci sarò anch’io. Pensava, allora, allo sci di fondo. Ma ai Giochi del ’92 il biathlon, riservato fino a quel momento agli uomini, si apre alla parità. Inserita fortuitamente per completare una staffetta, diviene tiratrice scelta, nonostante l’avversione per la caccia. Paradossale? ”La carabina significava padronanza di sé, sport di abilità, un’altra sfida”. Seguono sette anni di una carriera professionale che la soddisfa sempre meno. ”Quando si progredisce ad alto livello si è un po’ sfasati, come in un bozzolo, sempre centrati sulle proprie sensazioni”, constata. Dopo le medaglie, raccolte come per gioco, si rende improvvisamente conto di non ”realizzarsi” in quel mondo, anche se suo marito, pure lui atleta di biathlon, ne fa sempre parte. Si orienta allora verso la nutrizione nello sport (Diploma universitario nel ’97), poi coglie l’occasione di un contratto a termine presso l’unità di economia e sociologia rurale dell’Istituto nazionale di ricerche agronomiche (Inra) a Grignon per iniziarsi ai ”rischi e benefici degli Ogm”. Partecipa all’elaborazione di un rapporto su questa materia destinato al Parlamento europeo: ”Ho scoperto allora tutte le implicazioni legate a una semplice tecnica”. Un’opera collettiva contro gli Ogm firmata dall’ecologista Jean-Marie Pelt - futuro autore della prefazione al suo libro - le apre gli occhi sulla complessità del dibattito. ”All’Inra ho potuto incontrare i ricercatori e farmi un’opinione”» (Hervè Morin, ”La Stampa” 17/2/2002).