Maria Laura Rodotà La Stampa 10/3/2002, 10 marzo 2002
Macché Benigni, Ferrara, Baudo, Belvedere, Arcuri, Matia Bazar. Il gentiluomo napoletano dotato di canotta, bicipiti e codona di cavallo che saltellava intorno a Nino D’Angelo suonando il tamburello, da molti, con scorrettezza politica ma con autentica ammirazione, definito ”il tamarro”, ”è la presenza più energetica (nonché tamarra, ma in senso grandioso) del Festival di Sanremo 2002"
Macché Benigni, Ferrara, Baudo, Belvedere, Arcuri, Matia Bazar. Il gentiluomo napoletano dotato di canotta, bicipiti e codona di cavallo che saltellava intorno a Nino D’Angelo suonando il tamburello, da molti, con scorrettezza politica ma con autentica ammirazione, definito ”il tamarro”, ”è la presenza più energetica (nonché tamarra, ma in senso grandioso) del Festival di Sanremo 2002".