11 marzo 2002
Cauz Fabio, di anni 20. Occhi e capelli neri, labbra carnose, sguardo placido, lavorava nell’officina di tornitura meccanica a Sacile, Pordenone, proprietà del padre Cauz Alberto, di anni 56
Cauz Fabio, di anni 20. Occhi e capelli neri, labbra carnose, sguardo placido, lavorava nell’officina di tornitura meccanica a Sacile, Pordenone, proprietà del padre Cauz Alberto, di anni 56. Sportivo, fidanzato con una candida diciottenne di Fontanafredda, ultimamente s’era fatto un tatuaggio e un piercing. Intorno alle 14 e 30 di sabato 2 litigò col padre e se ne andò via in macchina lasciando il computer acceso. Mentre era in giro qualcuno gli pugnalò il collo con un cacciavite, gli sfondò il cranio con una roncola o un cric, poi lo prese a calci. Fu trovato poco dopo le 14 di domenica 3 nei pressi di un pioppeto sotto il cavalcavia di Palse di Poggia, luogo amato da coppiette e prostitute a pochi chilometri da casa sua. Accasciato sul sedile anteriore destro della sua macchina, la testa fra le gambe, gli abiti da lavoro ancora indosso.