Maria Jos di Savoia, "Le origini di casa Savoia. Amedeo VI, Amedeo VII", Oscar Mondadori, 2001, 12 marzo 2002
Mercenari. La Guerra dei Cent’anni, il disastro di Poitiers nel 1356, gli sbarchi successivi di Edoardo III a Calais e quelli del Principe di Galles a Bordeaux, la prigionia di Giovanni il Buono, avevano gettato la Francia in uno stato di anarchia
Mercenari. La Guerra dei Cent’anni, il disastro di Poitiers nel 1356, gli sbarchi successivi di Edoardo III a Calais e quelli del Principe di Galles a Bordeaux, la prigionia di Giovanni il Buono, avevano gettato la Francia in uno stato di anarchia. Conseguenza il disfacimento degli eserciti: disertori, sbandati, predatori erano ex soldati inglesi e francesi licenziati nel 1360 inseguito al trattato di Brétigny. A poco a poco questi mercenari si erano riuniti in compagnie, comandate da capitani di ventura che si ponevano al soldo del maggior offerente. Per i principi la cosa più difficile era liberarsi delle Compagnie di ventura dopo essersene serviti. Tornata la pace, essi se le rimandavano l’un l’altro. Per esempio Amedeo VI di Savoia portò con sé gran parte di queste truppe sino a Costantinopoli in occasione della sua Crociata, ma la maggior parte dei tentativi per liberarsene fallirono, perché spesso, incapaci di adattarsi a paesi stranieri, si affrettavano a tornare in Francia. Amedeo VI, comunque, in parte perché non poteva permetterselo finanziariamente, in parte perché diffidava della loro slealtà, preferiva arruolarle in piccoli gruppi anziché in grandi masse, affidandone il comando a suoi ufficiali o loro capitani divenuti fedeli vassalli per benefici ricevuti.