Maria Jos di Savoia, "Le origini di casa Savoia. Amedeo VI, Amedeo VII", Oscar Mondadori, 2001, 12 marzo 2002
Grandson. Anche il cavaliere del Vaud, Ottone di Grandson, fu accusato di aver avvelenato il Conte Rosso da Gerardo d’Estavayer, suo acerrimo nemico, che lo sfidò a duello nel 1396
Grandson. Anche il cavaliere del Vaud, Ottone di Grandson, fu accusato di aver avvelenato il Conte Rosso da Gerardo d’Estavayer, suo acerrimo nemico, che lo sfidò a duello nel 1396. Accettata la sfida il Grandson si era poi rivolto ad Amedeo III: "Ho considerato il tempo presente, come ciò che riguarda la vostra persona che siete il mio sovrano signore, e ho visto la vostra tenera età e come il vostro paese abbia bisogno di pace e che se noi, che siamo i vostri sudditi, fossimo più circospetti, dovremmo essere come una sola persona per aiutarvi a trascorrere il tempo fino all’età dell’uomo...". Nel duello fu abbattuto dal nemico, che gli alzò la visiera e gli forò gli occhi dicendo: "arrenditi e ritrattati". Ma invece di ritrattare il Grandson continuò a dire finché non morì: "Mi arrendo a Dio e a Madama di sant’Anna".