Fulco Pratesi, ìStoria della natura in Italiaî, Editori Riuniti, 2001, 12 marzo 2002
Coste. Dal 1967 al 1997, mentre i paesi dell’Unione europea hanno perso il due per cento del terreno coltivabile, in Italia il calo, dovuto soprattutto all’invasione di cemento e asfalto, è stato del venti per cento
Coste. Dal 1967 al 1997, mentre i paesi dell’Unione europea hanno perso il due per cento del terreno coltivabile, in Italia il calo, dovuto soprattutto all’invasione di cemento e asfalto, è stato del venti per cento. Nel 1985, dei 7.456 chilometri di costa, ne restavano solo mille allo stato di natura originaria. Secondo uno studio del Wwf, condotto con l’aiuto del veliero Oloferne dal 1995 al 1997, risultava che il 58 per cento delle coste italiane era interessato da occupazione intensiva da edificato (175 abitazioni per vacanza a chilometro), il 13 per cento era occupato estensivamente da costruzioni sparse e solo il 29 per cento figurava libero da costruzioni (ma non da altre forme di trasformazione dell’ambiente costiero, come colture industriali, serre, campeggi, itticolture intensive).