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 2002  gennaio 01 Martedì calendario

L’ultimo cambiamento climatico repentino, si ebbe diecimila anni fa e ad esso sopravvissero gli esseri viventi che seppero adattarsi in modo adeguato alle condizioni diverse

L’ultimo cambiamento climatico repentino, si ebbe diecimila anni fa e ad esso sopravvissero gli esseri viventi che seppero adattarsi in modo adeguato alle condizioni diverse. Ora per animali e piante forse sarà più difficile cambiare habitat a causa della limitatezza delle zone naturali lasciate intatte da case, cemento ed asfalto. Molte specie sono in pericolo e molte si stanno già inevitabilmente estinguendo. Ma anche l’uomo corre dei rischi. Coste e città in riva al mare, a causa dell’innalzamento del livello degli oceani previsto di 20 – 30 centimetri entro il 2050, saranno sommerse, zone fertili si inaridiranno, scarseggerà l’acqua potabile, aumenteranno le inondazioni e le malattie infettive. Gli scenari previsti per l’area mediterranea, che è stata la culla della civiltà proprio per il suo clima, sono piuttosto cupi. In particolare l’Italia è uno dei paesi minacciati da rischi ambientali e sanitari provocati dall’aumento dell’effetto serra. Il caldo e la conseguente maggiore evaporazione provocano un tasso di riproduzione più elevato di parassiti ed insetti portatori di malattie infettive. Questi ultimi sono agevolati anche dalla quasi completa scomparsa delle gelate notturne invernali. E così le aree in cui si manifestano malaria e dengue (febbre rossa) si stanno allargando e in un futuro molto prossimo investiranno anche l’Italia meridionale, insieme ad altre zone a rischio del Mediterraneo. Inoltre l’aumento del livello marino potrebbe portare le acque ad invadere molte coste, determinando anche infiltrazioni saline nelle falde acquifere costiere. Ampie regioni di Spagna, Corsica, Grecia e Italia si stanno inaridendo, perché soggette a un processo di desertificazione, e regrediranno sempre di più i ghiacciai montani. Si prevede che entro il 2100 il 95% dei ghiacciai alpini si scioglierà.