Maria Maggi, La Macchina del Tempo, n. 1 gennaio 2002, pp. 56-64, 1 gennaio 2002
Le perturbazioni nell’area mediterranea diventeranno più intense, di tipo monsonico. Seguiranno a lunghi periodi di siccità periodi piovosi con tempeste che scaricheranno in breve tempo grandi quantità d’acqua, provocando alluvioni e frane
Le perturbazioni nell’area mediterranea diventeranno più intense, di tipo monsonico. Seguiranno a lunghi periodi di siccità periodi piovosi con tempeste che scaricheranno in breve tempo grandi quantità d’acqua, provocando alluvioni e frane. L’esempio di Sarno è molto indicativo su ciò che ci aspetterà in futuro, anche perché in Italia ci sono parecchi territori poco curati e dissestati - anche a causa della deforestazione e della cementificazione selvaggia - dal punto di vista idrogeologico. In generale per adattarsi alla maggiore furia degli agenti atmosferici, dovuta ad un incremento di energia termica disponibile, sarà necessario fornire informazioni meteorologiche più particolareggiate e tempestive alle aree interessate ai cambiamenti e monitorare costantemente, tramite satellite, i territori. Inoltre bisognerà controllare gli alvei dei fiumi, riforestare le alture franose, rendere più efficienti le fognature, modificare le strutture degli edifici, obbligando in talune situazioni a non abitare i piani bassi. In generale, per potersi adattare al cambiamento climatico, bisognerà che si riduca la domanda di certi beni, come per esempio i suoli coltivabili (strappati sempre più dissennatamente alle foreste) e l’acqua potabile, perché ci sarà crisi delle risorse idriche.