14 marzo 2002
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Klug Christopher
• . Nato il 18 novembre 1972. Snowboarder. «Cresciuto tra l’Oregon il Colorado, è il ragazzone americano previsto dagli stereotipi: alto, tosto, capelli biondastri, aria solare. Vivendo con un fegato trapiantato, è già arrivato primo in una competizione che non ha nulla a che vedere con quella sportiva. [...] Montagne dello Utah, una sera del novembre 1999. Chris accese la radio dell’auto e cadde nella disperazione: aveva sentito della morte di Walter Payton, campione della Nfl. La colangite primaria sclerosante, che impedisce al fegato di funzionare, aveva completato il suo corso: intossicazione, infezione, decesso. ”Walter aveva la mia malattia. Ed era un idolo: ero stato a mia volta giocatore di football [...] Avevo contattato pure Sean Elliott, il cestista dei San Antonio Spurs costretto al trapianto di rene: mi aveva incoraggiato, perché anch’io, prima o poi, avrei subito un intervento. Ma la sorte di Payton fu un duplice messaggio: non avevo più tempo e, soprattutto, potevo morire. Piansi ed ebbi paura: Walter era forte e imbattibile; se era crollato lui...”. Lo salvò la tragedia di un tredicenne del Colorado, Billy Flood, morto per colpo di pistola accidentale sparato da un vicino. La famiglia accettò l’espianto del fegato, Chris si commuove ancora oggi: ”Ci vuole una forza enorme per dire di sì. Mi inchino al coraggio dei genitori di Bill”. Guarito a tempo di record, tornato a vincere in Coppa del mondo (nel 2001, vicino a Bolzano), scherza con gli impacci quotidiani: per tutta la vita dovrà prendere, tre volte al giorno, medicine che trasporta in un contenitore termico. ”A volte, sugli aerei, il ghiaccio si scioglie e bagna la testa volta, una cameriera mi buttò la borsa nella neve: meno male che era al freddo...”» (Flavio Vanetti, ”Corriere della Sera” 15/2/2002).