Varie, 14 marzo 2002
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Minc Alain
• Parigi (Francia) 15 aprile 1949. Sociologo, economista, consulente «strategico» di imprese, appassionato di storia, saggista di grido e immaginoso futurologo. Ex sessantottino, ebreo francese d’origine polacca. Liberale di sinistra, il suo faro è Tony Blair. Cattivo ebreo - anzi, «il peggiore ebreo parigino», come si proclama - giudica insensato l´estremismo di Sharon, ma rimprovera ad Arafat (questo «pompiere incendiario») di aver respinto le ragionevoli proposte di Barak. Dopo l’11 settembre pensa che l’Occidente possa trasformarsi in «un immenso Israele». Rifiuta di chiamare guerra quella contro l’estremismo islamico: perché la guerra è per definizione qualcosa di cui si prevede la fine (Nello Ajello, ”la Repubblica” 8/3/2002) • «Un pensatore spregiudicato che naviga tra sociologia e new economy come una barca neozelandese e che non ha porti d’attracco fermamente ideologici. Un ”cane sciolto”, come si sarebbe detto un tempo, sul quale, anni fa, aveva messo gli occhi Carlo De Benedetti nominandolo suo consigliere”» (Ulderico Munzi, ”Corriere della Sera” 8/1/2003).