Natalia Aspesi su la Repubblica del 15/03/02 a pagina 29., 15 marzo 2002
«Appena un´idea è pessima, le si dà un nome inglese, così pare meglio. Sta per fortuna tramontando la smania "fusion", che consiste nel disporre su un solo piatto, possibilmente piccolo, minuscole porzioni di cibo, in conflitto tra loro: insalata russa, spaghetti al pomodoro, melanzane fritte, salmone e cotoletta
«Appena un´idea è pessima, le si dà un nome inglese, così pare meglio. Sta per fortuna tramontando la smania "fusion", che consiste nel disporre su un solo piatto, possibilmente piccolo, minuscole porzioni di cibo, in conflitto tra loro: insalata russa, spaghetti al pomodoro, melanzane fritte, salmone e cotoletta. L’insieme mischiandosi, diventa nauseabondo, ma ne vanno pazzi sia i bambini che chi si ritiene alla moda. Sta invece avanzando una nuova professione che richiede solo faccia tosta: "l’image coach", una svelta ragazza, o un giovanotto chiacchierone, pagati per consigliare come vestirsi a signore inquiete, ma anche a menager confusi, a gente insomma che non ha tempo per pensarci da sé. Si fanno pagare all´ora, spesso per convincere un direttore di banca a sostituire la camicia azzurra con la maglietta nera e una cantante di Sanremo a evitare il cappello da cowboy, ci vogliono ore e ore. In tempi di flessibilità fa piacere che ci siano persone tanto intraprendenti da inventarsi professioni massimamente flessibili e soggette alla moda come quella dei gestori dei fusion cafè e degli image coach, ma che almeno in parte distolgono dall´incubo dell´articolo 18» (Natalia Aspesi).