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 2002  marzo 15 Venerdì calendario

Saviane Sergio

• . Nato a Castelfranco Veneto (Treviso) il 18 aprile 1923, morto a Castelfranco Veneto (Treviso) il 27 luglio 2001. Giornalista noto soprattutto per le dissacranti critiche televisive pubblicate per anni su ”L’Espresso”. "Dopo 23 anni di onorata militanza, a lui, che era stato una colonna storica di via Po, venne dato il benservito e fu solo Indro Montanelli, offrendogli ospitalità, a rendergli meno penoso il pensionamento. Quando fu costretto a ritirarsi, in molti uffici stapparono champagne, un incubo era finito. Giornalista e scrittore (Festa di laurea, I misteri di Alleghe, I mezzibusti, Moravia desnudo, Video malandrino), raggiunse la notorietà con la sua fortunata rubrica. Erano i personaggi di quello strano mondo, nascente ma già arrogante, che lo incuriosivano e lo facevano imbestialire. E’ stato il primo osservatore che ha capito quanto la Rai fosse una sorta di appendice fantasmatica della politica e si è dedicato con totale dedizione a tracciare il più ridicolo bestiario della storia patria: uno zoo popolato di urogalli, mezzibusti, velinari, piantoni della forbice, becchini ”col risvolto umano”. E’ stato il testimone più caustico e inascoltato della lottizzazione selvaggia, delle ridicole cerimonie di regime (come i premi letterari), del conformismo di molta stampa, allora ben controllata da un persuasivo ufficio di viale Mazzini. I giudizi di Saviane, nel pieno dell’inventiva lessicale (’mezzobusto” è l’espressione che ha avuto più fortuna), erano pesanti come pietre. Nel corso degli anni, le querele che si sono accumulate sul suo tavolo di lavoro hanno formato un ricco medagliere, a testimonianza di memorabili campagne di lotta. A onor del vero, i programmi in sé (la regia, la costruzione linguistica, la recitazione, la collocazione in palinsesto) non gli interessavano punto. Il suo era un corpo a corpo con l’istituzione, una lotta contro gli apparati di potere: ”I giornalisti della Rai guadagnano i gradi con le ore di apparizione, come i piloti con le ore di volo”. Quando scoppiò lo scandalo della P2, commentò: ”Me li hanno tolti tutti di bocca. Sono rimasto solo. Che significato ha più la vita ora che sono rimasto vedovo?”. Certo, esagerava, incrudeliva contro i mezzibusti e i palloni gonfiati ma con l’enfasi ha saputo inventarsi uno stile, una scrittura, a partire da immagini che spesso servivano da puro pretesto. Solo gli spiriti superficiali si accostano a un’idea con delicatezza. Per questo, il mondo televisivo gli deve molto" (Aldo Grasso, ”Corriere della Sera” 28/7/2001).