The Washington Post, 15/3/2002; Fiamma Nirenstein, La Stampa, 11/3/2002, 15 marzo 2002
Arafat, la grande incognita. «I palestinesi esultano per l’ultima conta delle vittime che mostra un morto israeliano ogni tre dei loro
Arafat, la grande incognita. «I palestinesi esultano per l’ultima conta delle vittime che mostra un morto israeliano ogni tre dei loro. Arafat combatte per cacciare Israele dai territori, quando poteva ottenere gli stessi risultati con il compromesso durante i colloqui di Camp David. Deve scrivere il racconto della liberazione del suo popolo, dopo mille anni di occupazione ottomana, britannica, giordana e israeliana» (dal ”Washington Post”).«Arafat si sente come il leader di un altro grande momento storico del popolo palestinese. Il numero delle vittime probabilmente, oltre a dolergli, gli appare come la porta per l’indipendenza, per un destino in marcia verso la gloria. Ogni missile che cade su un ufficio a Gaza o Ramallah eleva il suo status agli occhi dei palestinesi, che in passato lo avevano spesso discusso, anche in modo molto duro e pressante; ogni attentato firmato Fatah lo pone più decisamente nel cuore belligerante della sua nazione. La sua gente è in stato di grande mancanza, l’acqua, la benzina, gli ospedali, le infrastrutture, l’economia, tutto piange e ha bisogno di pace. Ma vorrà Arafat trattare, quando questa situazione gli garantisce un così grande consenso interno e anche internazionale, soprattutto da parte europea?» (Nirenstein).