Maria Grazia Ligato, "Io Donna", 16/3/2002 pagina 146., 16 marzo 2002
Moira Orfei vive in un camper lungo venti metri e largo cinque con indromassaggio nella vasca da bagno, camera da letto piena di specchi, ovunque seta rosa e pailletts
Moira Orfei vive in un camper lungo venti metri e largo cinque con indromassaggio nella vasca da bagno, camera da letto piena di specchi, ovunque seta rosa e pailletts. Da tempo ha acquistato col marito Walter Nones, domatore di belve feroci, una villa a San Donà del Piave dove ha passato pochissime notti («preferisco la mia carovanina, magari parcheggiata in giardino»). Nel suo mondo quelli che non lavorano nel circo sono "gagi", cioè gente ferma, che vive nelle case. Mentre lei è una "dritta" «non perché sia furba, ma perché sto in piedi a girare il mondo». Il bisnonno, Ferdinando Orfei, prete missionario tra gli zingari del Montenegro, perse un giorno la testa per una bellissima rom. Lasciò la tonaca, sposò la fanciulla e per mantenere la famiglia allestì un carrettino con un orso e quattro canarini: «Faceva gli spettacoli in strada, per due soldi. Così è nato il circo Orfei». Dell’avo fondatore le è rimasta la lingua, «sono l’ultima della famiglia a parlare gitano, mio figlio Stefano, domatore come il papà, lo capisce ma non lo vuol parlare». Costui, per volontà del padre, fu battezzato nella gabbia dei leoni e a quindici giorni venne buttato in groppa a «una belva enorme».