Varie, 18 marzo 2002
VINICIO
(Luis Vinicius de Menezes) Belo Horizonte (Brasile) 28 febbraio 1932. Ex calciatore e allenatore. In Italia dal 1955, ha disputato cinque stagioni al Napoli, due al Bologna, cinque al Vicenza, una nell’Inter. Capocannoniere nel campionato 1965/66. Da allenatore ha guidato Internapoli, Brindisi, Ternana, Napoli, Lazio, Pisa, Udinese, Avellino • «Poderoso centravanti brasiliano sbarcato a Napoli nel 1955 e diventato rapidamente un idolo dei tifosi partenopei, che lo battezzarono ”’O lione” […] Era ormai trentaquattrenne allorché conquistò il titolo di capocannoniere con 25 gol in 34 partite, lasciandosi alle spalle Sormani, Mazzola e Altafini. Un’impresa che sbalordì anche l’Inter, al punto che nel 1966 si ritrovò alla corte di Angelo Moratti, destinato però a giocare soltanto otto partite e a segnare appena un gol […] ”Giocai di fila le prime cinque partite, aiutando Sandro a segnare una mezza dozzina di gol. Gli stranieri nella rosa erano però quattro, troppi per le limitazioni dell’epoca. Oltre a me, c’erano Suarez, ovviamente intoccabile, Jair e Peirò. A partire dalla sesta giornata Herrera cominciò a puntare su Jair e per me non ci fu quasi mai posto […] Grazie al Mago, però, imparai a sciare. Succedeva infatti che dopo l’allenamento del venerdì, prima ancora che lo interpellassi, Herrera mi annunciava regolarmente che non ero convocato per il ritiro e mi dava appuntamento per il martedì successivo. Presi così l’abitudine di trascorrere il weekend sulle nevi di Folgaria […] Mi vendicai l’anno dopo, tornato al Vicenza, prima della partita andai nello spogliatoio nerazzurro per salutare quelli che nella stagione precedente erano stati i miei compagni. Quando incrociai Herrera, lui mi scrutò incredulo. Ma come, mi chiese, lei gioca ancora? Faccio quello che posso, risposi sorridendo. Il Vicenza vinse 2-1 e i due gol li segnai io. Quando tornai da Facchetti e dagli altri nerazzurri per accomiatarmi, Herrera voltò le spalle e si chiuse in bagno […] Da allenatore sono stato il primo in Italia ad adottare la zona. Cominciai a Napoli nel 1974, dove ebbi la fortuna di trovare Burgnich, l’uomo ideale per comandare una difesa in linea. Ricordo che durante la preparazione estiva al Ciocco c’era un giovanotto che talvolta chiedeva il permesso di osservare i nostri allenamenti. Soltanto in seguito seppi che si trattava di Arrigo Sacchi […] Tra i giocatori di oggi quelli che mi somigliano di più sono Vieri e Lucarelli. Ma forse Vieri è più forte di quanto lo fossi io, anche se lui ha soltanto il sinistro mentre io me la cavavo con entrambi i piedi”» (Mario Gherarducci, ”Corriere della Sera” 8/4/2001).