Rosanna Romano, Salute Sorrisi e canzoni, n. 35 marzo 2002 pag. 28-29, 18 marzo 2002
Ha un biglietto da visita inconfondibile: si presenta con bollicine simili alla puntura di una zanzara sparse qua e là su tutto il corpo del bimbo, compresi bocca e cuoio capelluto
Ha un biglietto da visita inconfondibile: si presenta con bollicine simili alla puntura di una zanzara sparse qua e là su tutto il corpo del bimbo, compresi bocca e cuoio capelluto. Ed è la malattia più frequente nei bambini al di sotto dei 14 anni. «Da un’indagine recente è risultato che la varicella colpisce 53 bambini su mille (pari al 5% della popolazione infantile), seguita dalla parotite con 19 casi», spiega la dottoressa Stefania Salmaso, direttore del reparto di Epidemiologia delle malattie infettive dell’Istituto superiore di sanità. Scampare al rischio di esserne contagiato, per un bambino che si aggiri nelle vicinanze di un piccolo malato, è come vincere un terno al lotto. La malattia si propaga infatti a causa della facilità di diffusione del virus che la genera (Varicella zoster, della famiglia degli Herpes). Basta qualche gocciolina di saliva per rimanere contagiati. «La malattia coinvolge chi è a tiro a partire dal giorno prima che scoppi l’eruzione sulla pelle del bimbo» dice ancora Stefania Salmaso. «Si ripresenta puntuale verso la fine dell’inverno e in primavera. Una volta contratta, bisogna solo aspettare che faccia il suo corso, scandito dalle fasi di trasformazione delle bolle in crosticine». Una curiosità: «Pochi sanno che, dopo la guarigione, il virus rimane nell’organismo per molti anni, ospitato dai gangli della spina dorsale» spiega Stefania Salmaso. «Talvolta può perfino tornare attivo, in età adulta, causando l’Herpes zoster, più conosciuto come ”fuoco di Sant’Antonio”».