Marilena Bergamaschi, Salute Sorrisi e canzoni, n. 35 marzo 2002 pag. 38-39, 18 marzo 2002
Uova di cioccolato o di gallina con tanto di salame e olive. Tagliatelle al ragù, abbacchio al forno con patate
Uova di cioccolato o di gallina con tanto di salame e olive. Tagliatelle al ragù, abbacchio al forno con patate. E poi colombe, torte, pastiere... Per chi tiene alla linea anche solo un po’, la tavola di Pasqua è un autentico supplizio: le tentazioni si nascondono dietro ogni piatto, ogni contorno, ogni bicchiere. Che fare, allora: lasciarsi alle spalle ogni scrupolo e cedere alle delizie o costringersi al sacrificio nel giorno meno adatto? «Il vero problema è che lo strappo alla regola non si limita al solo pranzo pasquale», dice Attilio Parisi, docente di Scienza dell’alimentazione all’Istituto universitario di scienze motorie di Roma. «Cominciamo con gli aperitivi, poi ci portiamo dietro per giorni gli avanzi dei pranzi, le fette di colomba, i pezzi dell’uovo di cioccolato. Così è difficile tornare a una regolare alimentazione». Cedere una volta è umano, continuare per giorni diventa diabolico. «Per le feste si cucinano i piatti tradizionali, molto grassi e calorici. E l’organismo assume lo stesso tipo di alimento: per esempio, proteine animali. Durante la giornata il regime dovrebbe essere diverso: una dieta corretta prevede il 55% di carboidrati, il 30% di grassi e il resto di vegetali». Proporzioni poco rispettabili a Pasqua. Ma da seguire già a partire dal giorno successivo agli stravizi.