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 2002  marzo 14 Giovedì calendario

Mercoledì il giudice francese Roger Mondonneix ha ordinato di staccare la spina dell’enorme frigorifero a meno 35 gradi Celsius in cui riposano, ibernati, il dottor Raymond Martinot, morto il 22 febbraio a 79 anni, e sua moglie Monique, morta nell’84 a 45 (vedi ”Il Foglio” dell’11/3/2002)

Mercoledì il giudice francese Roger Mondonneix ha ordinato di staccare la spina dell’enorme frigorifero a meno 35 gradi Celsius in cui riposano, ibernati, il dottor Raymond Martinot, morto il 22 febbraio a 79 anni, e sua moglie Monique, morta nell’84 a 45 (vedi ”Il Foglio” dell’11/3/2002). Secondo il magistrato "la sepoltura criogenica è illegale": i coniugi dovranno essere tumulati in modo tradizionale. Proteste da Remy Martinot, che subito dopo la morte del padre aveva eseguito scrupolosamente le sue istruzioni, iniettando nel cadavere, uno dopo l’altro, i prodotti per l’ibernazione ("tranne la glicerina, troppo vischiosa, non ci sono riuscito"). " una sentenza ingiusta. Mio padre non era un pazzo. Si è interessato all’argomento fin dagli anni Sessanta, all’epoca dei primi esperimenti di criogenizzazione nel mondo". Nel 1970 il dottor Martinot, ossessionato dall’idea della morte, comprò il castello di Preuil, a Nuel-sur-Layon, proprio per condurre i suoi esperimenti. Dopo studi e letture approfondite, si convinse che nel 2030 i medici sarebbero stati in grado di "resuscitare" un corpo conservato nel ghiaccio. Con questa certezza, nel 1974 usò tutti i risparmi per costruire l’enorme congelatore in acciaio, sigillato da un doppio coperchio, alimentato da un rumorosissimo generatore. Preoccupato per eventuali black out elettrici, affidò la manutenzione settimanale degli impianti a più ditte e preparò persino un dispositivo in caso di terremoto. Malato di cancro, era convinto di morire presto: invece accadde prima alla moglie (lei chiese di essere congelata, lui eseguì). Alla fine, il ricorso in appello di Remy ha convinto la prefettura a rimandare la rimozione dei cadaveri .