Roberto Gervaso, "Salute!", Mondadori, 2001, 19 marzo 2002
Depressione. Malattia del cervello, di solito cronica. Se periodica, dura 4-6 mesi e viene specialmente nelle stagioni in cui gli animali cadono in letargo oppure ne escono, cioè l’autunno e la primavera
Depressione. Malattia del cervello, di solito cronica. Se periodica, dura 4-6 mesi e viene specialmente nelle stagioni in cui gli animali cadono in letargo oppure ne escono, cioè l’autunno e la primavera. Il picco più alto dei suicidi è nei bimestri aprile-maggio e ottobre-novembre. Durante il giorno, l’acme della depressione è al risveglio: il depresso ci pensa e gli pare impossibile affrontare la giornata. Il momento in cui sta meglio è verso le sei-sette di sera. Naturalmente si cade in depressione per le sconfitte, ma anche per le vittorie, dato che il depresso è vittima in definitiva soprattutto dello stress. L’importante non è il segno dello stimolo – cioè se positivo o negativo – ma la sua intensità. Il depresso tipico è iperattivo, dinamico, ottimista, perennemente lanciato verso nuovi traguardi e nuove avventure. Vive di emozioni sempre più intense, dorme poco, si trascura, si sente invulnerabile, non si occupa dei collaboratori, ecc. Dopo il crescendo di eccitamento, qualche piccola, all’apparenza insignificante, fase depressiva di due-tre giorni. Il soggetto la nega, moltiplica i caffè, le sigarette e l’alcol, tira avanti ed ecco, a un tratto, la crisi terribile che si affronta cercando di distrarsi e pigliando magari farmaci (anfetamine) o droga (cocaina). Il tutto, di solito, senza che la vita riacquisti senso. L’età più a rischio: dai trenta ai sessant’anni. Malati di depressione in Italia: il 12-14 per cento degli uomini, il 16-18 per cento delle donne. Il 48 per cento dell’umanità, almeno una volta nella vita, soffre di depressione. Farmaci che possono indurre la depressione, perché ipotensivi (cioè rilassanti): la reserpina, i calcioantagonisti e i betabloccanti, gli ormoni (incluso il cortisone), gli ansiolitici in forti dosi. Cure: l’elettroshock e gli ansiolitici in genere, ma per un tempo limitato, dato che il loro abuso ottiene l’effetto opposto e cronicizza il male. Lo sport non aiuta quando la malattia si è manifestata. Grandi depressi: Saul, Aristotele, Dante, Michelangelo, Shakespeare, Lincoln, De Gaulle, Churchill, che chiamava la depressione «cane nero» a causa di un suo sogno frequente, in cui vedeva cani neri che gli saltavano alla gola (prof. Giovanni Battista Cassano, direttore del Dipartimento di Psichiatria dell’Università di Pisa).