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 2002  marzo 15 Venerdì calendario

La moda delle scarpe con la zeppa nasce a Venezia nel Rinascimento. Cortigiane e nobildonne si arrampicano sui trampoli fino a grandi altezze: Tommaso Garzoni, nel 1585, scrive che un paio di "calcagnini" «dona grandezza tale, che per la piazza di San Marco par di vedere nane convertite in gigantesse» (e John Raymond, nel suo "Viaggio in Italia" del 1648, parla di «alberi della cuccagna ambulanti»)

La moda delle scarpe con la zeppa nasce a Venezia nel Rinascimento. Cortigiane e nobildonne si arrampicano sui trampoli fino a grandi altezze: Tommaso Garzoni, nel 1585, scrive che un paio di "calcagnini" «dona grandezza tale, che per la piazza di San Marco par di vedere nane convertite in gigantesse» (e John Raymond, nel suo "Viaggio in Italia" del 1648, parla di «alberi della cuccagna ambulanti»). A un certo punto il governo pensò bene d’intervenire per regolamentarne l’altezza, temendo che, indossandoli, le donne partorissero «filios abortivos in perdizione corporis et animae suae». La scarpa con la zeppa torna di moda durante la Seconda guerra mondiale: è Salvatore Ferragamo, in angustie per la scarsità di cuoio determinata dall’autarchia, a rilanciare i trampoli con suola di sughero, usatissimi per tutti gli anni Quaranta. «Era facile indovinare che grandi eventi si preparavano, osservando le scarpe a suola alta, accolte con entusiasmo dalle donne», scrive la rivista "Documento" nel ’43, ma Irene Brin già nel ’38 annota: «I ciabattini industriosi staccavano i tacchi a rocchetto o Luigi XV per sostituirli con quindici centimetri di sughero. E le piattaforme non tardarono a conquistare le vetrine, e poi strade, case e spiagge». Scomparsa negli anni Cinquanta, sostituita da acuminati tacchi a spillo, la zeppa ricompare nei Sessanta come accessorio indispensabile per il cosiddetto "look psichedelico" e nei Novanta viene rilanciata da Vivienne Westwood (Naomi Campbell, nel ’93, precipita proprio da uno dei trampoli della stlista, durante una sfilata, una caduta che rimane celebre).