25 marzo 2002
Klaus Riccardo, di anni 15, e suo fratello Ermanno, di anni 12. Entrambi malati di distrofia muscolare, molte difficoltà a parlare e camminare, iscritti alla quinta della scuola elementare ”Cardillo” di Nettuno, Roma
Klaus Riccardo, di anni 15, e suo fratello Ermanno, di anni 12. Entrambi malati di distrofia muscolare, molte difficoltà a parlare e camminare, iscritti alla quinta della scuola elementare ”Cardillo” di Nettuno, Roma. Dormivano tra sporcizia e vestiti vecchi in una casetta gialla di periferia insieme alla madre, De Mattheis Maria, di anni 56, e al padre Witty Klaus, di anni 63, di origine tedesca. Negli ultimi tempi costui, straccivendolo, talvolta raccoglitore di frutta e verdura poco appetibili, s’era convinto che gli assistenti sociali gli volessero portare via i figli. Domenica 17, con la scusa di una passeggiata, li caricò insieme alla moglie sul suo furgone rosso. Li fece scendere in mezzo al bosco di Foglino, località Tre Cancelli. Tirò fuori un tondino di ferro lungo 70 centimetri e colpì la De Mattheis al collo. Poi soffocò Riccardo ed Ermanno premendogli la sbarra sulla gola. Risalì sul veicolo e andò al Centro di igiene mentale che curava i figli, dove lasciò una lettera corredata di mappa per ritrovare i corpi. Infine s’intrufolò all’ospedale di Anzio e si lanciò dalla scala antincendio del terzo piano. A testa in giù, senza nemmeno allungare le mani in avanti. Finì sul ballatoio, proprio davanti alla camera mortuaria.