Francesca Soccorsi, Salute Sorrisi e canzoni, n. 35 marzo 2002 pag. 58-61, 26 marzo 2002
Si chiama fangoterapia e consiste in impacchi a base di sostanze inorganiche (argilla) e organiche (alghe e batteri)
Si chiama fangoterapia e consiste in impacchi a base di sostanze inorganiche (argilla) e organiche (alghe e batteri). Un ciclo comprende in media 12-15 applicazioni, meglio se fatte ogni giorno e senza interruzioni. Come funziona: i fanghi derivano dall’unione di una componente solida con una liquida (l’acqua minerale). Di solito sono utilizzati sotto forma di impacco. Chi decide di fare questa terapia, è condotto in appositi camerini. Ci si distende su un lettino, dopo di che, su tutto il corpo o soltanto sulla zona da trattare, viene distribuito il fango con uno spessore di 3-10 cm e alla temperatura di 45-50°. A questo punto, per ridurre la dispersione di calore, il corpo viene coperto con un lenzuolo. Dopo circa 15-20 minuti, si fa una doccia con acqua minerale a 37-40°. Subito dopo, si entra in una «stanza di reazione» nella quale ci si sdraia. L’effetto più evidente delle applicazioni di fango è l’intensa sudorazione: si comincia a sudare già mentre si è distesi sul lettino, ma la reazione dura per tutto il tempo del trattamento. A cosa fa bene: «Sull’apparato osteoarticolare i fanghi svolgono un’azione antinfiammatoria e analgesica, soprattutto nei casi di artrosi e traumi, e hanno un effetto miorilassante, cioè distendono la muscolatura in presenza di contratture», spiega il professor Nappi. Ma sono utili anche a chi ha problemi di pelle: poiché regolano la produzione di sebo, sono usati per curare acne e dermatiti seborroiche resistenti. Inoltre, favorendo la circolazione periferica, aiutano a combattere la cellulite e i depositi di grasso.