Walter Riva - Macchina del Tempo anno 3 n. 12/13 Febbaio-Marzo, 26 marzo 2002
Un delicato equilibrio. Le variabili da controllare sono tantissime perfino per un esperto: l’esposizione alla luce elettrica, perché quella naturale è troppo variabile, non deve superare le 6/8 ore al giorno e la temperatura deve restare tra i 17 ed i 27 gradi
Un delicato equilibrio. Le variabili da controllare sono tantissime perfino per un esperto: l’esposizione alla luce elettrica, perché quella naturale è troppo variabile, non deve superare le 6/8 ore al giorno e la temperatura deve restare tra i 17 ed i 27 gradi. Se trattata con attenzione, una biosfera vive dai tre ai sei anni. L’attuale record di longevità è di 12. Questo anche se la riproduzione è quasi assente: le beachworld sono troppo piccole per consentire un aumento delle nascite. Qui la vita è infatti un equilibrio precario che dipende dal numero degli abitanti, dal cibo, dall’ossigeno e dalla luce disponibili. Un aspetto molto interessante riguarda i batteri, che penetrano durante l’assemblaggio. Alcuni batteri aerobi svolgono un ruolo decisivo nella decomposizione delle sostanze organiche. «Le biosfere sono dei sistemi chiusi, ma è comunque possibile intervenire» avverte Massucci, «se l’acqua è torbida, segno di una sovrapproduzione di alghe, di solito è sufficiente ridurre la luce per due settimane. Se invece la sfera è troppo pulita il problema è opposto: senza alghe si rischia una carenza di ossigeno pericolosa per gli altri abitanti». Dopo la beachworld la prossima tappa è l’antiquarium: un piccolo formicaio in bottiglia che permette di osservare da vicino il comportamento di un’intera colonia di formiche. anche possibile condurre esperimenti didattici di grande interesse per una scolaresca, come ad esempio sostituire le formiche con quelle di un’altra specie e verificare le differenze comportamentali. Questi però sono sistemi leggermente diversi, perché non completamente isolati ed è necessario togliere il coperchio per qualche istante almeno una volta al mese per cambiare l’aria. Dietro questi piccoli mondi sotto vetro non c’è però solo un’idea commerciale: «Ci piace pensare che non siano solo soprammobili» spiega Massucci, «ma che queste piccole biosfere ricordino quanto è fragile e prezioso anche l’ecosistema in cui viviamo».