Macchina del tempo Anno 3 n.12/13 febbraio/Marzo 2002, 26 marzo 2002
In realtà non si tratta proprio di una particella, ma di una delle entità fondamentali che formano la materia
In realtà non si tratta proprio di una particella, ma di una delle entità fondamentali che formano la materia. Per molto tempo si è pensato che a far compagnia all’elettrone, nell’elenco delle particelle fondamentali, dovessero esserci solamente protoni e neutroni, i componenti del nucleo atomico. Ma nel 1964 il fisico statunitense Murray Gell-Mann ha ipotizzato che queste e altre particelle prodotte nei grandi acceleratori fossero composte a loro volta da entità ancora più elementari: i quark. Una di questi è proprio la particella S, il cui nome corretto è quark «S» (da strange, strano). In effetti, i quark piuttosto strani lo sono. All’inizio si pensava fossero solo entità matematiche perché, per loro natura, è impossibile isolarli. Gli esperimenti hanno poi convinto i fisici della loro reale esistenza. Un’altra stranezza dei quark, è quella di avere carica elettrica frazionaria, di 2/3 o -1/3, diversamente dagli elettroni, che hanno carica -1, e dai protoni, che hanno carica +1. Finora ne sono stati identificati sei tipi, dai nomi piuttosto bizzarri: up (su), down (giù), top (alto), bottom (basso), charme (fascino) e strange (strano), indicati abitualmente con le loro iniziali. Il nostro quark s, che ha una carica pari a -1/3, è definito «strano» perché conferisce proprietà inaspettate alle particelle di cui fa parte, la più nota delle quali è il mesone k.