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 2002  marzo 26 Martedì calendario

Un aereo in volo, spostando l’aria che lo circonda, produce continuamente delle onde sonore, come testimonia il rombo che sentiamo al suo passaggio

Un aereo in volo, spostando l’aria che lo circonda, produce continuamente delle onde sonore, come testimonia il rombo che sentiamo al suo passaggio. Finché la sua velocità rimane inferiore a quella del suono (circa 1200 chilometri orari a livello del mare), le onde acustiche, più veloci, lo precedono senza sovrapporsi tra loro. Qualcosa di simile ai cerchi concentrici che si allargano sulla superficie di uno stagno, dopo averci gettato un sasso. Alla velocità del suono, invece, l’aereo raggiunge le onde che ha prodotto e contemporaneamente ne genera di nuove. Questa sovrapposizione di onde acustiche si manifesta in un improvviso e fortissimo boato detto «bang sonico»: proprio lo scoppio che ci fa alzare la testa al cielo. Da Terra, lo avvertiamo dopo, quando l’onda passa nel punto in cui ci troviamo. Superare la velocità del suono è stata una delle sfide più eccitanti del secolo scorso. A tali velocità, l’aria oppone all’aereo una resistenza enorme, capace persino di disintegrarlo: non per niente si parla di «muro del suono». Ad abbatterlo per primo, producendo anche il primo bang sonico della storia, fu, nel 1947, un pilota americano, Charles Chuck Yeager, asso della Seconda guerra mondiale. A lui andò la gloria, ma il merito fu in gran parte di un meccanico aereonautico, Jack Ridley, che perfezionò il piccolo X1, precursore degli aerei supersonici. Oggi, il più veloce è Lockheed SR-71, un aereo spia statunitense, che può volare a oltre tre volte la velocità del suono. Un record che la Nasa vuole battere con una nuova generazione di aerei, gli X-43, progettati per raggiungere velocità impensabili, fino a 10 volte quella del suono. Purtroppo, però, l’ultimo test è fallito e il prototipo dell’X-43 è precipitato nell’Oceano pacifico. Fortunatamente l’unica vittima di questa sfortunata impresa è stato il pilota automatico.