Varie, 28 marzo 2002
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Lasseter John
• Hollywood (Stati Uniti) 12 gennaio 1957. Direttore artistico, supervisore e vicepresidente esecutivo della Pixar • «Pioniere e genio della moderna animazione al computer, fondatore e principale ”animatore” dello studio Pixar, John Lasseter è il vero erede creativo di Walt Disney. Produttore esecutivo per Gli incredibili, la sua inventiva di regista ha prodotto invece i due capitoli di Toy Story, ma anche altri film campioni d’incasso come Bug’s Life e Monsters. [...] non siamo interessati a riprodurre la realtà, non è questo che vogliamo fare alla Pixar. Facciamo film animati, cartoon, e poi usiamo gli strumenti che abbiamo sviluppato al computer per renderli credibili. questa la parola chiave: non realistici, credibili. [...] Ciò che facciamo alla Pixar o che speriamo di fare è divertire. Vogliamo tutti venire rapiti dalle nostre storie. La chiave è questa: dimenticarsi dei mezzi, degli attori, di tutto e lasciarsi andare al mondo del film e innamorarsi dei personaggi e credere nella loro storia. Per questo facciamo quello che facciamo. [...] Siamo davvero l’unico studio oggi ad essere gestito da autori, non un posto dove sono i manager fare i film. Io sono più o meno una specie di mamma orsa per i nostri registi, per proteggere la loro visione [...] Questo non vuol dire che li trattiamo coi guanti siamo sempre tutti molto onesti, l’importante è che il film funzioni e se c’è qualcosa che non va cerchiamo assieme di aggiustarlo. ciò che voglio anche per i miei film. Quando ci si diverte a fare un film alla fine lo si vede sullo schermo» (L. C., ”il manifesto” 8/12/2004). «Per molti anni ad Hollywood hanno cercato un erede al grande Walt Disney. Oggi quell’erede ha un nome: John Lasseter [...] ”Io voglio lavorare per la Disney. Voglio essere un disegnatore”. Con queste parole un giovanissimo John Lasseter annunciava alla madre e al mondo il suo destino. ”Era una passione che mi teneva inchiodato alla poltrona tutti i sabati mattina, quando, in compagnia di scatole di corn flakes, seguivo tutti i cartoni che la tv mandava in onda, sino a quando il palinsesto non dava spazio alle partite di football o di golf”. La lettura del libro di Bob Thomas The Art of Animation, preso in prestito alla biblioteca del liceo, convince John a scrivere una lettera alla Walt Disney per dichiarare il proprio amore per l’animazione: ”E loro mi risposero, molto gentilmente, invitandomi a fare un giro nei loro studi. Per me fu come andare alla Mecca”. Terminate le superiori, nel 1971, Lasseter è il secondo studente ad essere ammesso presso il CalArts, il California Institute of the Arts della Disney, al corso di animazione appena attivato. Dopo quattro anni e due cortometraggi d’animazione, Lady and the Lamp (primo suo vero film, realizzato senza neppure un dialogo) e Nitemare, premiati con lo Student Academy Awards, Lasseter comincia a lavorare per la Walt Disney. Ci resterà cinque anni. In questo periodo collabora alla realizzazione di vari film, tra cui Red e Toby nemici-amici (1981) e Il canto di Natale di Topolino (1984). Nel 1982 avviene l’incontro folgorante con l’animazione digitale: accade con la produzione di Tron, il primo film che utilizza la computer animation. Nel 1983 visita la Computer Animation Division della Lucasfilm, dove, un anno dopo, accetta la nuova sfida delle tecnologie digitali, lasciando la Disney. Alla corte di George Lucas, realizza numerosi prodotti tra i quali il celebre cavaliere di vetro di Piramide di paura (1985), prodotto da Steven Spielberg. Nel 1986 Steve Jobs, guru della Apple, rileva la Computer Animation Division ribatezzandola Pixar, dando vita a quello che oggi è il maggior colosso nel campo dell’animazione digitale. Jobs lascia a Lasseter libertà di progettare, dirigere, scrivere sceneggiature: il primo grande successo arriva con Luxo Jr., film d’animazione, candidato all’Oscar nel 1986, che racconta la storia di due lampade da tavolo, genitore e figlio. Tin Toy che ha vinto l’Oscar per il miglior cortometraggio animato nel 1988, è il nucleo da cui si svilupperà nel 1995 il famosissimo Toy Story, entrato nella storia del cinema per essere il primo film realizzato interamente al computer e il primo lungometraggio d’animazione a ricevere una nomination all’Oscar per la migliore sceneggiatura originale. Lasseter, che ne ha firmato la regia, riceve un Oscar speciale come leader del team della Pixar. A Toy Story seguono A Bug’s Life (1998) che vince il Golden Globe, Toy Story 2 (1999), e Monsters & co. (2001). Questi quattro film fanno entrare nelle casse della Pixar la cifra record di 1.7 bilioni di dollari e risollevano le sorti della Disney, con la quale la Pixar collabora. Il successo di John Lasseter, attualmente vice presidente della società, sembra inarrestabile: [...] ”La mia speranza è che quando un film è finito la gente dica: se questo film avesse avuto attori reali, non sarebbe stata la stessa cosa; se fosse stato un cartone animato, non sarebbe stata la stessa cosa, se fosse stato un film con dei pupazzi, non sarebbe stata la stessa cosa. Queste storie sono nate per questo strumento, per l’animazione grafica al computer”» (Antonella Pizzaleo, ”la Repubblica” 6/8/2003). «Sono nato a Hollywood, ho sognato con Dumbo e ho sempre desiderato fare questo lavoro. Ascoltavo Mozart e disegnavo, leggevo Kipling e partivo con la fantasia, guardavo i quadri di Magritte e vivevo in un mondo di colori. Non avevo scelta! Quando ero agli inizi, disegnai la storia di un monociclo, un giocattolo abbandonato che, di notte, relegato in un deposito, sognava e danzava. Quest’idea è alla base di tutto: solo i nostri sogni sconfiggono gli incubi» (Giovanna Grassi, ”Corriere della Sera” 12/3/2002).